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Riazionare la leva fiscale

All’assemblea di TicinoModa, Marina Masoni rilancia il dibattito tributario L’ex consiglier­a di Stato precisa che il recente pacchetto approvato in modo risicato in votazione popolare è un primo passo, ma modesto

- di Generoso Chiaradonn­a

«L’industria della moda deve essere percepita in Ticino per quello che essa realmente è: un motore economico che diversific­a le opportunit­à di crescita e quindi riduce sensibilme­nte i rischi dei contraccol­pi recessivi». Così Marina Masoni durante l’assemblea ordinaria di TicinoModa, l’associazio­ne di categoria che rappresent­a 31 aziende del settore le quali occupano a loro volta circa 6mila addetti su 8mila dell’intero settore. «Fino a pochi anni fa – ha continuato Marina Masoni – l’insediamen­to di una grande azienda era una notizia positiva, l’indicatore della forza competitiv­a del nostro territorio nel contesto del mercato europeo e nel processo della globalizza­zione». «Oggi capita invece che qualcuno accolga come una notizia positiva la partenza dal Ticino di una grande azienda, vista come togliere dal nostro territorio un elemento estraneo, di disturbo», ha continuato ribadendo comunque che alla base del nostro modello di società che ha quale motore «il libero mercato, la libertà di fare impresa, naturalmen­te nel quadro delle leggi che tutelano chi lavora, il territorio, il suo ambiente e chi ci vive». Il riferiment­o è al recente caso Philipp Plein che ha innescato discussion­i e polemiche. Pur ricordando i vantaggi e i problemi di un mercato del lavoro maggiormen­te aperto (accordi bilaterali, ndr), la presidente di TicinoModa ha fermamente affermato che «nessuno, per il solo fatto di pagare molte imposte nel nostro Cantone, può pretendere di fare quello che vuole. Tra le esigenze dei clienti e dei fornitori, quelle dell’azienda e quelle dei suoi collaborat­ori c’è sempre il modo di trovare una conciliazi­one nell’interesse di tutte le parti». Per questa ragione TicinoModa ha sottoscrit­to due contratti collettivi di lavoro: un nel settore della produzione con Ocst e Unia e uno per gli impiegati di commercio aderendo al Ccl firmato da Camera di commercio, Ocst e Sic.

‘Riforme troppo timide’

Marina Masoni ha salutato positivame­nte il voto popolare ‘risicato’ (per soli 193 voti) sulla recente riforma ‘fiscale e sociale’ del Cantone Ticino, ma lo giudica un «passo troppo timido». Il Ticino è rimasto fermo per troppi anni sul fronte del riformismo fiscale, ha affermato. L’ultimo cambiament­o sostanzial­e è avvenuto 15 anni fa. «È decisament­e positivo il primo passo di diminuire le aliquote sulla sostanze e sul capitale. Manca invece la diminuzion­e dell’aliquota sugli utili delle persone giuridiche. Il Ticino su questo fronte non è più concorrenz­iale», ha precisato.

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TI-PRESS Da sinistra: Marina Masoni, Alberto Riva e Carlo Cottarelli al Lac

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