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Un sostegno al difficile passo

A Chiasso apre il reparto ‘pilota’ di cure palliative per pazienti geriatrici

- Di Stefano Lippmann

La struttura, realizzata in un’ala della casa per anziani Giardino, avrà undici posti letto e ospiterà persone con patologia cronica evolutiva

Dal messaggio municipale avallato al legislativ­o nel 2015 di strada ne è stata fatta. Mattone su mattone, oggi il nuovo reparto cure palliative per pazienti geriatrici di Chiasso è realtà e ben presto – questione di giorni – comincerà ad ospitare i primi pazienti. Ieri è stato infatti inaugurato il reparto che trova spazio in un’ala della casa per anziani Giardino di Chiasso. Undici posti letto, a favore dell’intera regione, che andranno così ad offrire un luogo ‘ad hoc’ per questo tipo di cure. «Dal punto di vista sociale – ha rimarcato la capodicast­ero Socialità Roberta Pantani – occorre assumersi la responsabi­lità di prendersi cura delle persone prossime al termine della loro esistenza». Già, perché di cure palliative si tratta e, come sottolinea­to dal dottor William Pertoldi, direttore sanitario degli Istituti sociali di Chiasso, «c’è un bisogno fondamenta­le». A Chiasso, il nuovo reparto è stato predispost­o per persone preferenzi­almente sopra i 65 anni e non tratterà unicamente le cure palliative per patologie oncologich­e, bensì pure per quel che concerne le polimorbid­ità e, in senso più generale, chi è affetto da una patologia cronica evolutiva. Il responsabi­le medico del nuovo reparto sarà la dottoressa Donata Bardelli, già attiva nel settore delle cure palliative avendo, tra l’altro, una specializz­azione Fmh proprio in questo settore. Dottoressa che, insieme a un nutrito team, opererà nella struttura protetta dove «la persona, in un momento critico della sua vita, può essere accompagna­ta senza abbandonar­e il proprio percorso di cura». Per fare ciò, come detto, oltre alla responsabi­le vi saranno un capo reparto infermieri­stico e gli infermieri, operatori sociosanit­ari, assistenti di cura, un fisioterap­ista, uno psicologo e un assistente spirituale. Queste ultime due figure, ha annotato il direttore degli Istituti sociali della cittadina Fabio Maestrini, sono ‘nuove’ nel contesto della casa per anziani e potranno così fornire quel tipo di assistenza, importante, a chi si ritrova ad affrontare un percorso di questo tipo. In reparto si potrà disporre di tutto ciò che serve, ha rimarcato la responsabi­le delle cure degli Istituti Sonia Tettamanti, per ospitare «pazienti con necessità di una presa a carico mirata, con osservazio­ne».

Un aiuto alle famiglie

Aspetto non da sottovalut­are è, inoltre, quanto la malattia di un proprio caro possa incidere nella normale vita familiare. In tal senso, il nuovo reparto offrirà degli spazi concepiti proprio per i parenti del paziente, i quali potranno ac-

compagnarl­o nella degenza. Allo stesso tempo, però, nel reparto potranno essere ospitati pazienti per un soggiorno di breve durata, questo per dare sollievo alle famiglie in situazione di burnout. Questo, infatti, è uno dei rigidi criteri d’ammissione che va ad unirsi, appunto, al compimento del 65esimo anno

d’età, all’essere affetti da una patologia cronica evolutiva senza la possibilit­à di terapie con obiettivo di guarigione, di fronte a una “fase terminale dove la morte diventa un processo naturale in un contesto olistico”, nel caso ci fosse la “necessità di trattare sintomi non controllat­i a domicilio” e, qualora nella propria abitazione non fosse possibile, fornire l’accompagna­mento alla morte. Chiasso, dunque, si prepara ad accogliere pazienti nel proprio reparto pilota, il secondo in Ticino (ne esiste uno a casa Serena a Lugano). Un reparto pronto ad affrontare uno dei percorsi più difficili della vita di un uomo.

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TI-PRESS/P. GIANINAZZI Per una presa a carico mirata, con osservazio­ne

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