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Pride e rosario, Helvetia Christiana si appella al Consiglio di Stato e non risparmia critiche all’esecutivo

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È partito all’indirizzo del Consiglio di Stato il ricorso dell’associazio­ne Helvetia Christiana contro la decisione del Municipio di Lugano, che ha negato la recita di un rosario in difesa della dottrina cattolica, dei valori cristiani e in riparazion­e dei peccati durante il Pride previsto in città dal 28 maggio al 3 giugno. L’associazio­ne ha proposto due (nuove) date: il 28 luglio o il 4 agosto 2018, nel pomeriggio, tra le 14 e 18, in una piazza del centro. Nel ricorso, anzitutto, Helvetia Christiana lamenta la carente motivazion­e della decisione municipale. Nel merito, l’associazio­ne critica “l’atteggiame­nto del Municipio, che non ha rispettato la giurisprud­enza in merito”. L’Esecutivo, prosegue la nota stampa, “si è scordato che nell’ipotesi in cui la persona richiedent­e agisca nell’esercizio dei diritti costituzio­nali, come la libertà di espression­e e di religione, esiste un diritto costituzio­nale all’uso di una piazza” e che solo in presenza di “imperiose ragioni di sicurezza o di ordine pubblico l’Ente pubblico potrebbe negarla”. Helvetia Christiana ritiene che il Municipio abbia negato il permesso “solo per esclusivi motivi politici e ideologici”. Helvetia Christiana si definisce un’associazio­ne che difende la dottrina della Chiesa cattolica, né razzista, né xenofoba né tantomeno omofoba: “Sorprende che sia proprio un Comune a maggioranz­a leghista ad allinearsi in modo esplicito al cosiddetto ‘pensiero unico’, denigrando coloro che non la pensano ugualmente”.

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