Il lungo viaggio
Sydney – Il viaggio dei primi esseri umani per raggiungere il continente australiano, 65mila anni fa, è stato ricostruito grazie ai più nuovi strumenti della scienza. È ora dimostrato che si trattò di esperti navigatori, che compirono un lungo viaggio accuratamente programmato di “island hopping”, di passaggi da un’isola all’altra, in un gruppo di 100200 individui la cui impronta genetica è rimasta negli abitanti aborigeni dell’Australia settentrionale. Lo studio di archeologi e tecnici di due università australiane – esperti di arte rupestre, scienziati del Dna e ricercatori delle correnti marine attorno all’Australia – dimostra che i primi punti di sbarco di umani furono lungo una catena di oltre 100 isole, allora abitabili ma in seguito sommerse, al largo della costa nord occidentale dell’Australia. Per identificare tali punti di sbarco sono state eseguite mappature delle profondità marine e simulazioni di viaggio, lungo centinaia di possibili rotte di imbarcazioni salpate da tre località nelle isole Timor e Roti nel sudest asiatico. Dovevano avere imbarcazioni buone e ben fornite di provviste per attraversare 80-90 km di oceano, hanno osservato i ricercatori. Gli studiosi hanno utilizzato tecniche di modellazione di avanguardia per imitare i venti e le correnti oceaniche che i navigatori preistorici potevano aver affrontato, e i loro modi di remare, mentre procedevano verso sud. “Si è trattato – hanno affermato – di abili navigatori marittimi partiti in un viaggio deliberato per scoprire nuove terre”.