‘Antenna’ telefonia fra timori e ricorsi
S. Antonio, ricorso al Tribunale cantonale amministrativo contro nuovo ripetitore per cellulari
Si chiama Lte (Long Term Evolution) e desta preoccupazione in alcuni abitanti di Sant’Antonio che hanno ricorso contro la sua installazione nel campanile della vicina chiesa.
L’impianto, che ha incassato il sì dell’Assemblea parrocchiale, non si vedrebbe. Ma preoccupa per la vicinanza alle abitazioni.
In Valle Morobbia non c’è campo. Varcato Vellano i telefoni cellulari sono praticamente zittiti. Una situazione che Swisscom intende adesso risolvere con una nuova installazione sulla chiesa di Sant’Antonio. Dalle campane della chiesa tardogotica dei Santi Antonio Abate e Abbondio non spunterà però nessuna antenna, ci assicurano da più parti. Saranno per contro posate due scatolette Universal Mobile Telecommunications System-Lte (Long Term Evolution) nel campanile. La soluzione non soddisfa lo stesso tutti, com’è facile immaginare in questi casi. C’è infatti chi abita nelle immediate vicinanze del monumento iscritto nell’Inventario dei beni culturali e tutelato a livello locale che non nasconde la propria insoddisfazione. «Il nostro nipotino – ci racconta preoccupata una nostra lettrice – sta muovendo i suoi primi passi in giardino, che resta a soli sette metri dal campanile». Il progetto è dunque stato avversato una prima volta durante il periodo di pubblicazione all’albo comunale della domanda di costruzione presentata dall’azienda di telecomunicazioni per intervenire sulla chiesa del Comune di Sant’Antonio (oggi parte della Città di Bellinzona); e una seconda volta con l’ottenimento della licenza di costruzione (vedi articolo sotto). Prima ancora dell’autorità politica di valle, a pronunciarsi sul ripetitore di segnale nel campanile era stato il locale Consiglio parrocchiale. A larga maggioranza, con il voto favorevole del parroco di Giubiasco don Angelo Ruspini, aveva infatti dato il proprio preavviso favorevole alla posa delle scatolette, in seguito ratificato dall’Assemblea parrocchiale, invero non molto partecipata. A decidere per una comunità che conta 250 anime sono infatti state una decina di persone, le quali hanno raccolto l’invito appeso in chiesa (ma non sull’albo, come ci è stato detto) e si sono così espresse: otto sì, un astenuto e due contrari. Opponenti al ripetitore che, inghiottito il boccone, non hanno rinunciato ad avviare azioni quali raccolte firme o altre forme di pubbliche rimostranze; limitandosi ad altre censure presentate ai servizi preposti.
Ma non vi erano alternative?
Si stima che l’‘antenna’ migliorerà considerevolmente la ricezione dei telefoni cellulari in tutta la Morobbia. Una boccata d’ossigeno, lo riconoscono tutti, in una valle che rischia di restare ai margini dello sviluppo (pensando alle opportunità che offrono i telefonini di oggi), ma anche pericolosamente isolata con tutte le ripercussioni del caso sulla vita degli anziani e delle fasce deboli che vogliono restare in valle. Osservazioni rinfacciate ai contrari, alle quali questi rispondono con questo interrogativo: «Non vi erano alternative alla posa dell’‘antenna’ all’interno del campanile: non si poteva prevedere una nuova installazione nei boschi?».