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‘Antenna’ telefonia fra timori e ricorsi

S. Antonio, ricorso al Tribunale cantonale amministra­tivo contro nuovo ripetitore per cellulari

- di Mattia Cavaliere

Si chiama Lte (Long Term Evolution) e desta preoccupaz­ione in alcuni abitanti di Sant’Antonio che hanno ricorso contro la sua installazi­one nel campanile della vicina chiesa.

L’impianto, che ha incassato il sì dell’Assemblea parrocchia­le, non si vedrebbe. Ma preoccupa per la vicinanza alle abitazioni.

In Valle Morobbia non c’è campo. Varcato Vellano i telefoni cellulari sono praticamen­te zittiti. Una situazione che Swisscom intende adesso risolvere con una nuova installazi­one sulla chiesa di Sant’Antonio. Dalle campane della chiesa tardogotic­a dei Santi Antonio Abate e Abbondio non spunterà però nessuna antenna, ci assicurano da più parti. Saranno per contro posate due scatolette Universal Mobile Telecommun­ications System-Lte (Long Term Evolution) nel campanile. La soluzione non soddisfa lo stesso tutti, com’è facile immaginare in questi casi. C’è infatti chi abita nelle immediate vicinanze del monumento iscritto nell’Inventario dei beni culturali e tutelato a livello locale che non nasconde la propria insoddisfa­zione. «Il nostro nipotino – ci racconta preoccupat­a una nostra lettrice – sta muovendo i suoi primi passi in giardino, che resta a soli sette metri dal campanile». Il progetto è dunque stato avversato una prima volta durante il periodo di pubblicazi­one all’albo comunale della domanda di costruzion­e presentata dall’azienda di telecomuni­cazioni per intervenir­e sulla chiesa del Comune di Sant’Antonio (oggi parte della Città di Bellinzona); e una seconda volta con l’otteniment­o della licenza di costruzion­e (vedi articolo sotto). Prima ancora dell’autorità politica di valle, a pronunciar­si sul ripetitore di segnale nel campanile era stato il locale Consiglio parrocchia­le. A larga maggioranz­a, con il voto favorevole del parroco di Giubiasco don Angelo Ruspini, aveva infatti dato il proprio preavviso favorevole alla posa delle scatolette, in seguito ratificato dall’Assemblea parrocchia­le, invero non molto partecipat­a. A decidere per una comunità che conta 250 anime sono infatti state una decina di persone, le quali hanno raccolto l’invito appeso in chiesa (ma non sull’albo, come ci è stato detto) e si sono così espresse: otto sì, un astenuto e due contrari. Opponenti al ripetitore che, inghiottit­o il boccone, non hanno rinunciato ad avviare azioni quali raccolte firme o altre forme di pubbliche rimostranz­e; limitandos­i ad altre censure presentate ai servizi preposti.

Ma non vi erano alternativ­e?

Si stima che l’‘antenna’ migliorerà considerev­olmente la ricezione dei telefoni cellulari in tutta la Morobbia. Una boccata d’ossigeno, lo riconoscon­o tutti, in una valle che rischia di restare ai margini dello sviluppo (pensando alle opportunit­à che offrono i telefonini di oggi), ma anche pericolosa­mente isolata con tutte le ripercussi­oni del caso sulla vita degli anziani e delle fasce deboli che vogliono restare in valle. Osservazio­ni rinfacciat­e ai contrari, alle quali questi rispondono con questo interrogat­ivo: «Non vi erano alternativ­e alla posa dell’‘antenna’ all’interno del campanile: non si poteva prevedere una nuova installazi­one nei boschi?».

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 ??  ?? Vista dal tavolino del giardino
Vista dal tavolino del giardino

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