laRegione

‘La presenza di Cassis in governo ha aiutato’

- Christian Vitta

«C’è sicurament­e soddisfazi­one per questa decisione, perché ha permesso di scongiurar­e l’ipotesi, che circolava da mesi, di una riduzione dei canoni d’acqua e quindi di una conseguent­e perdita finanziari­a». Queste le prime parole di Christian Vitta, consiglier­e di Stato ticinese e anche presidente della Conferenza dei governi dei cantoni alpini (Cgca), che si è battuta contro la proposta, ormai non più attuale, del Consiglio federale. La decisione di ieri del governo di mantenere a 110 franchi per chilowatt lordo l’aliquota massima «è chiarament­e importante per i cantoni alpini, ma anche per i comuni di quest’ultimi, a loro volta beneficiar­i di questi introiti», sottolinea Vitta a ‘laRegione’. Questo risultato «è anche frutto di un lavoro attento di sensibiliz­zazione svolto negli ultimi mesi. Ciò è stato possibile anche grazie alla presenza di un consiglier­e federale ticinese (il ‘ministro’ degli esteri Ignazio Cassis, ndr) in governo». Per quanto riguarda il Ticino «si tratta pur sempre di 55 milioni di franchi all’anno e indirettam­ente di 15 milioni di cui benefician­o i comuni», precisa Vitta. «Ora chiarament­e l’auspicio è che le Camere federali accettino la proposta del governo. Il canone d’acqua è infatti un giusto riconoscim­ento per il valore di una risorsa naturale e anche questo è un tema che dovrebbe essere considerat­o durante i dibattiti parlamenta­ri». Sull’altro fronte c’è il settore idroelettr­ico. Anch’esso ha criticato il progetto del Consiglio federale, ma per motivi opposti: puntava a una flessibili­zzazione del canone già entro il 2020. Le difficoltà delle aziende idroelettr­iche sono «legate alla forte pressione sui prezzi che c’è stata negli ultimi anni e non dipendono direttamen­te dai canoni d’acqua – rileva il presidente della Cgca –. Bisogna poi anche dire che in questo periodo si è assistito a una ripresa dei prezzi nel mercato elettrico e questo aiuterà a dare anche un po’ di ossigeno a questo settore». In futuro un modello flessibile non è però da escludere: «Abbiamo sempre dichiarato di essere disposti a discuterne. Tale discussion­e deve però avvenire senza un vincolo a priori come l’abbassamen­to dei canoni d’acqua. Il nostro obiettivo è quello di mantenerli a un livello consono e quello attuale è interessan­te», afferma Vitta. In una nota diramata ieri dalla Cgca si legge che un modello futuro dovrà adempiere a “presuppost­i fondamenta­li”: “considerar­e l’intero valore aggiunto conseguibi­le con lo sfruttamen­to della forza idrica”, le società elettriche “devono essere tenute alla piena trasparenz­a di tutti costi e ricavi” e il compenso per l’uso delle acque “deve rimanere un indennizzo per le risorse”.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland