Il poco ‘benvenuto’ dei media internazionali
Non è propriamente un “benvenuto” quello rivolto dai media internazionali a Giuseppe Conte. Spocchia o lungimiranza che sia, il tono generale è di ostentata freddezza nei confronti di un presidente del Consiglio incaricato che si appresta a guidare un governo dal quale l’Unione europea può solo aspettarsi fastidi. “I populisti italiani ottengono luce verde per governare, una nuova minaccia per l’Europa”, ha titolato il New York Times, rilevando che Conte, “avvocato poco conosciuto e senza esperienza governativa”, rischia di essere “una pedina dei leader dei partiti populisti”. Dallo stesso Paese presieduto da tale Trump è giunto anche il titolo “Mandato ad un neofita della politica”, copyright Washington Post. Più british, e ci mancherebbe, la Bbc ha scritto che Mattarella “ha accettato un neofita politico come primo ministro, aprendo la strada ai due partiti populisti per formare un governo”. Quanto alla voce della City, il Financial Times, il prossimo presidente del Consiglio “guiderà una coalizione di due partiti euroscettici accordatisi su una piattaforma comune di politica economica espansiva, freno all’immigrazione e uno spostamento verso il Cremlino in politica estera”. Anche il Guardian non si è tirato indietro, sottolineando la preoccupazione dei mercati per una possibile “collisione” tra Roma e Bruxelles sui piani di spesa. Per Le Monde, le accuse a Conte di aver abbellito il suo curriculum universitario hanno alimentato i dubbi sul suo nome “soprattutto perché il programma che dovrà attuare preoccupa l’Ue e i mercati”. La Frankfurter Allgemeine Zeitung, infine, ha rilevato che “per la prima volta, un membro fondatore dell’Ue prende le distanze dalla comunità internazionale”. E “anche se l’Italia è il Paese con uno dei più alti debiti pubblici del mondo, 5Stelle e Lega stanno progettando un massiccio aumento di spesa, abbassando le tasse, introducendo un reddito di base e abbassando ancora l’età pensionabile”. Teufel!