Migliorie dal 2020
La domanda di costruzione per un nuovo ripetitore di segnale sul campanile di S. Antonio è stata presentata da Swisscom nell’agosto 2016: “Questo impianto permetterà di dare copertura per permettere l’usufrutto dei nostri servizi alle zone visibili dall’antenna stessa”. In Valle Morobbia, apprendiamo sempre dal servizio stampa della compagnia nazionale, non esistono impianti e la copertura è scarsa o addirittura inesistente: quel po’ di segnale esistente è infatti dovuto – ci spiegano – a fenomeni di riflessione di altri impianti situati a Camorino e Giubiasco. Va aggiunto che la tecnologia mobile in questione, la Lte, è considerata performante per soddisfare il fabbisogno di capacità supplementari quanto anche a traffico dati sulla rete mobile che, si calcola, crescerà fino al 2020. Appresa la notizia di un nuovo ricorso per S. Antonio al Tribunale cantonale amministrativo, Swisscom ha aggiornato la messa in funzione dell’‘antenna’ al 2019, se non nell’anno successivo.
‘Nessuna prova sulla pericolosità’
Quanto alla “presunta pericolosità” dell’‘antenna’ la compagnia di telefonia nazionale sottolinea che i vincoli applicati in questo caso, gli stessi per tutte le antenne della Svizzera, sono emanati su raccomandazione della Commissione internazionale per la protezione dalle radiazioni non ionizzanti (Icnirp) competente per i limiti di immissioni nell’Ordinanza sulla protezione dalle radiazioni non ionizzanti. Ebbene Swisscom annota che a fine 2017 tale commissione ha osservato che i valori limiti accettati a livello internazionale (61 V/m, ossia dieci volte superiori ai valori massimi tollerati in Svizzera) proteggono “efficacemente da tutti gli effetti noti sulla salute dei campi ad alta frequenza”. Citando l’Organizzazione mondiale della sanità l’azienda conclude pertanto che non vi sono prove che le radiazioni mobili siano dannose per la salute. “Con i nostri valori, siamo ancora al di sotto dei valori limite raccomandati dall’Oms e quindi dalla maggior parte dei Paesi”. E a dimostrazione della propria sensibilità alla causa Swissom fa presente che sostiene la Fondazione per la ricerca sull’elettricità e la telefonia mobile del Poli di Zurigo. Per altre si rimanda alle pagina ‘Telefonia e salute’ del sito Swisscom.