Preoccupazioni per il personale e la paventata trasformazione della struttura
Mantenere l’unicità del Cardiocentro, le cure d’avanguardia, il prestigio nazionale e internazionale conquistato, l’attrazione di professionisti di valore e la formazione di nuove leve. Sono queste le ragioni a favore della ricerca che va interpretata come investimento, non come perdita. Lo hanno ribadito ieri all’unisono i vertici del Cardiocentro dove c’erano anche i membri della fondazione Claudio Massa, Giovanni Jelmini e Boris Bignasca. A preoccupare è anche un aspetto emerso nelle trattative con l’Eoc che vorrebbe spostare al Civico, dopo la ristrutturazione in corso, il core business del Cardiocentro per destinare l’attuale struttura ad altri scopi. Una prospettiva che spaventa. Ancora Moccetti: «Non accetto che il nostro impegno venga infangato. Ci stiamo battendo per i pazienti, affinché anche in futuro il Ticino non debba sentirsi secondo a nessuno in Svizzera nel nostro settore di cura. Combatterò fino a quando non avrò le garanzie che la qualità e il team del Cardiocentro saranno salvaguardati anche in futuro». Ha poi preso la parola Victoria Franchi che ha illustrato il lavoro di Master in economia realizzato proprio sul bilancio sociale del Cardiocentro. I risultati sono eloquenti. A livello di performance economica, è emerso che dal 2012 al 2016 la struttura ha generato un indotto di 364 milioni di franchi mentre tra il 1999 e il 2011 le casse statali, grazie all’ospedale del cuore, hanno risparmiato 250 milioni in ospedalizzazioni fuori cantone. Ha ottenuto ottime valutazioni il capitale intellettuale della struttura che gode di autonomia gestionale ed è caratterizzato da processi burocratici e decisionali snelli, condizioni che permettono di offrire terapie d’avanguardia e di reagire tempestivamente all’innovazione. Non è detto che tale vantaggio organizzativo resti con l’integrazione nell’Eoc: “Il Cardiocentro rappresenta un centro d’eccellenza grazie alle risorse chiave quali terapie d’avanguardia e personale altamente qualificato e ha contribuito ad aumentare la competitività sanitaria e accademica della regione con impatto tangibile sulla qualità di vita della popolazione ticinese”.