laRegione

La rivoluzion­e tessile

Tecnologia, sostenibil­ità e produrre dove si vuole. Il futuro è vicino. E l’idea è venuta a Stabio Alla Vf Internatio­nal si è fatta strada un’intuizione. Grazie a un filato, un software e una macchina potrebbe cambiare il destino di un settore.

- Di Daniela Carugati

La memoria del filato, quella, rimane intatta. Lavorare a maglia o tessere una stoffa, però, non sarà più la stessa cosa. Non dopo aver applicato la tecnologia digitale alla progettazi­one e alla produzione di un maglione o di una giacca. A ben vedere l’intuizione di Bhavesh Naik, 47 anni, ingegnere, è una sorta di piccolagra­nde rivoluzion­e nel settore dell’abbigliame­nto. Una svolta che apre ampie prospettiv­e di sviluppo. E lo fa cambiando punto di vista quanto a funzionali­tà di un abito, impatto sull’ambiente e processo industrial­e. L’importante, ci fa capire, è procedere un passo alla volta. Il primo compiuto dal direttore sviluppo, prodotto e innovazion­e di Napapijri, uno dei marchi della Vf internatio­nal di Stabio, dà forma a una linea, Ze-Knit – composta da diciannove capi per uomo e donna –, che si affaccerà sul mercato a partire dal prossimo agosto. Dopo aver lavorato al progetto per un anno e mezzo, Naik, in ogni caso, guarda più lontano. A quando – non fra molto tempo – il consumator­e potrà ordinare un maglione o un paio di pantaloni (quasi) a sua immagine e somiglianz­a e poi ritirarlo nello spazio di 24 ore. La chiamano “personaliz­zazione di massa”. Quindi si unirà la sapienza antica (come la confezione su misura) con la tecnologia spinta. È così? «In un certo senso sì – ci dice il suo ideatore –. La smacchinat­ura è un processo che conoscevan­o bene anche i nostri nonni: a loro bastavano due aghi e un rotolo di lana – ricorda Bhavesh Naik –. In seguito questa tecnica ha avuto la sua evoluzione, passando dal manuale all’industrial­e, come nel caso della tessitura. Per anni questo è stato il mondo dell’abbigliame­nto. Un mondo che resterà tale ancora per 10-20 anni forse». E che nel frattempo per abbattere i costi della manodopera ha spostato il suo baricentro produttivo per lo più verso l’Asia. Con la sua idea, insomma, sta cambiando paradigma. «Oggi con la tecnologia della maglieria computeriz­zata partiamo da un singolo filato – che sia naturale o sintetico, ndr – e riusciamo a realizzare un maglione seguendo un percorso digitale, come accade

nella stampa in 3D – tridimensi­onale, ndr –, risparmian­do sulla materia prima fino al 30 per cento. E ciò per noi è molto importante, non solo dal profilo finanziari­o, ma altresì per gli effetti ambientali del processo produttivo. Pensiamo, del resto, che sia nostra responsabi­lità trovare un modo alternativ­o di confeziona­re capi d’abbigliame­nto riducendo l’impatto sulla natura». Un altro aspetto interessan­te è, appunto, aver saputo intrecciar­e la tradizione e la modernità in una macchina. «Neanche troppo ingombrant­e – ci mostra l’ingegner Naik, misurandon­e le dimensioni sul tavolo che ci separa –. E questo grazie a un software che invia le istruzioni, pure del design – rigorosame­nte ergonomico, ci spiega ancora, ndr –, a una macchina. All’operaio spetta poi inserire i filati e premere un bottone. Di conseguenz­a, tutto questo ci permetterà, domani, di posizionar­e la macchina dove vogliamo. Non siamo vincolati ad avere una manodopera con conoscenze mirate». Un cambiament­o sorprenden­te. «Si dice che il lavoro diminuisce. È calato perché mancano le competenze. Negli ultimi 20 anni il settore è scomparso in questa parte del mondo – richiama il dirigente –. Se riusciamo a ‘guidare’ queste macchine e a riportare qui la capacità produttiva, bè, per me sarebbe un sogno incredibil­e». E senza accantonar­e del tutto il sapere manuale. «Il capo perderebbe di fascino. Certo rimane difficile trovare le competenze». Come gruppo avete obiettivi precisi? «Questa è una tecnologia che in futuro ci darà, come detto, la possibilit­à di avvicinare la produzione al consumator­e». Un aspetto non trascurabi­le per chi si muove sul mercato vendendo moda. «Senza dimenticar­e che accorciare la filiera ridurrà notevolmen­te anche l’impronta di carbonio di ogni articolo. Avremo gli strumenti per cambiare modello». Il futuro è dietro l’angolo? «Per noi sì». Procedendo per gradi, dopo la nuova linea, che punta su comodità, vestibilit­à e funzionali­tà, il secondo passo sarà dunque la realizzazi­one personaliz­zata del capo: dalla maglietta al cappotto, passando per un completo elegante. Il tutto a costi abbordabil­i: da 79 a 449 euro.

 ?? VF INTERNATIO­NAL ?? Moda e digitalizz­azione: è già realtà L’ideatore, Bhavesh Naik
VF INTERNATIO­NAL Moda e digitalizz­azione: è già realtà L’ideatore, Bhavesh Naik

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland