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VALUTAZION­I

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Padgett 5: top scorer della squadra: malgrado non sia un pivot vero, ha fatto sempre la sua parte, subendo solo nel finale la maggior fisicità degli altri.

Stockalper 5,5: è stato un vero capitano, trascinato­re, cervello, risolutore, “rimbalzist­a”, un esempio per tutti, anche da infortunat­o.

Carey 5–: cecchino vero, ma con troppi alti e bassi in difesa e compiti in regia che l’hanno limitato. Secondo realizzato­re.

Molteni 5–: sempre dentro le mischie, ha lottato, tirato da 3, difeso, con qualche incostanza per eccessiva fiducia.

Williams 5: chiamato a essere protagonis­ta è andato in crescendo, ma nel finale è calato. Valido anche in difesa e negli assist.

Steinmann 5–: gli infortuni l’hanno limitato, ma è di quelli che hanno dato sempre tutto. Un giocatore affidabile e, a volte, un po’ ondivago.

Rambo 5: è cresciuto molto in stagione, è stato spesso una pallina impazzita, bravo a rubar palloni e fare assist, con punti al top della condizione.

Baldassarr­e 5+: è stato un vero rinforzo, ha lottato e prodotto molto in poche settimane, un valore aggiunto indiscutib­ile.

Hollimon 3: l’ho chiamato “O limon” perché da lui il Lugano ha avuto poco o nulla. Un vero flop.

Lukic, Kovac, Mussongo, Beretta e Cavadini 4,5: hanno dato il loro apporto in allenament­o e da comprimari, cercando di crescere bene.

Coach Petit 6–: l’artefice di questo Lugano, il miglior coach possibile, capace di amalgamare un gruppo e farlo rendere al massimo, anche nelle difficoltà, senza mai nasconders­i né piangersi addosso.

Nota a margine: le valutazion­i tengono conto dell’intera stagione e non solo dei playoff, con tutta la soggettivi­tà del caso.

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