‘I Cantoni possono concludere trattati’. Sta a loro sfruttare il margine di manovra
In “linea di principio” il “finanziamento delle infrastrutture transfrontaliere” può diventare oggetto di un trattato tra Canton Ticino e autorità italiane, poiché si tratta di un “settore” di competenza cantonale. Lo stabilisce la Costituzione svizzera e lo esplicita il Consiglio federale nella recente risposta all’interpellanza di Marco Romano (Ppd), dando un’indicazione ancora più precisa: il margine per costruire un accordo che vincoli l’utilizzo dei ristorni alla realizzazione di opere per la mobilità, come chiedeva il consigliere nazionale, è dato dall’articolo 56 della ‘Magna Charta’. Nel messaggio del Consiglio federale sull’ultima revisione totale della Costituzione (fine anni Novanta) si legge che “secondo la dottrina dominante, i Cantoni possono concludere trattati internazionali su tutti gli oggetti che rientrano nella loro sfera di competenze. Questa norma si applica tuttavia soltanto nella misura in cui la Confederazione stessa non abbia concluso un trattato in questo ambito. Questa competenza dei Cantoni è quindi sussidiaria”. La “dottrina dominante” a cui ci si riferiva era stata messa nero su bianco dal governo federale nel ‘Rapporto sulla cooperazione transfrontaliera e sulla partecipazione dei Cantoni alla politica estera’ del 1994. Dove si legge tra l’altro che “la cooperazione transfrontaliera vive delle iniziative che prendono i Cantoni, i Comuni (...). Sono i Cantoni che determinano in primo luogo la configurazione delle relazioni trasfrontaliere e sta a loro utilizzare il margine di manovra di cui dispongono. Questo margine di manovra è importante nell’ambito della cooperazione ‘tradizionale’: scambio di informazioni, consultazione reciproca, realizzazione di progetti comuni come la rete di trasporti (...)”. Tant’è che in questo spirito si sono conclusi diversi accordi, intese e dichiarazioni di intenti tra canton Ticino e, in primis, Regione Lombardia soprattutto per quanto attiene a trasporti, mobilità e infrastrutture ad essa collegate. Firme non solo strategiche (pronte insomma a essere disattese), ma anche con in gioco parecchi soldi come nel caso del collegamento ferroviario Stabio-Malpensa. Evidentemente, per trovare una via condivisa entrambi i partner devono trarne vantaggio...