laRegione

C’è fame di trasparenz­a

Bilancio 2017 sull’informazio­ne garantita dallo Stato. Cresce la richiesta soprattutt­o nei Comuni

- di Aldo Bertagni

In vigore da sette anni, la legge permette a chiunque di chiedere documenti ufficiali senza motivazion­e. Primeggia l’ambito dell’edilizia.

L’anglicismo in uso è ‘establishm­ent’. E s’intende la classe dirigente (politicoam­ministrati­va) che difende il proprio potere. Magari oscurando ogni decisione. Tempi complicati, quelli attuali, fra cittadini e istituzion­i. Tempi d’incomprens­ione e sfiducia. Ecco perché in diciannove Cantoni si è deciso di varare una legge che garantisce l’informazio­ne e la trasparenz­a dello Stato. In Ticino è stata approvata nel 2011 e ogni anno – obbligator­iamente – si pubblica il bilancio. Uno strumento che piace ai cittadini e infatti il numero delle richieste individual­i è in costante crescita: 183 le domande presentate nel 2017 (+5,8 per cento rispetto all’anno precedente). Quasi tutte rivolte alle cancelleri­e comunali e in buona parte dedicate all’ambito edilizio (dove le contese di vicinato, si sa, non mancano mai). L’applicazio­ne legislativ­a si concretizz­a in due modi. Con un’informazio­ne attiva, ovvero la pubblicazi­one – magari su internet – di tutto ciò che ha interesse pubblico, documenti ufficiali compresi. L’amministra­zione cantonale, tramite lo specifico servizio, ha anche realizzato alcuni video destinati alla rete e sperimenta­to la trasmissio­ne in diretta (via streaming) di un conferenza stampa del governo. Una modalità, quest’ultima, “destinata a essere istituzion­alizzata”, si precisa nel rapporto approvato dal Consiglio di Stato e trasmesso ieri. Dunque l’idea è quella di creare un rapporto diretto, senza mediatori, fra ‘ministri’ e cittadini interessat­i a questo o quel tema. Basterà un accesso al sito del Cantone

(www.ti.ch) e trasparenz­a sarà. Almeno su quanto capita in sala stampa. Il secondo grosso capitolo riguarda l’informazio­ne cosiddetta passiva, che concede a ogni individuo di accedere a molti (se non proprio tutti) documenti ufficiali senza motivare la richiesta. Spetta alla Cancelleri­a dello Stato offrire consulenza e coordinare le richieste. Lo scorso anno sono state garantite 117 consultazi­oni, con anche approfondi­menti di carattere giuridico. Quasi tutte hanno trovato soddisfazi­one già il giorno successivo alla richiesta. La tempestivi­tà, lo ricordiamo, è presuppost­o importante. Sempre lo scorso anno, sono state presentate 183 domande di accesso ai documenti tramite l’apposito formulario rintraccia­bile sempre online. La crescita, rispetto al 2016, è quasi pari al 6 per cento e “superiore a quella di altri cantoni”. La maggior parte delle domande è stata indirizzat­a ai Comuni. Poche quelle considerat­e non idonee (il 17 per cento). La legge sulla trasparenz­a coinvolge anche gli enti pubblici e le società private a partecipaz­ione statale maggiorita­ria, così

come consorzi, parrocchie, ordini profession­ali. Quasi sempre, salvo casi particolar­i, l’accesso è gratuito. Si diceva sulla tempistica: le risposte, di regola, devono essere date entro 15 giorni. In caso di contestazi­oni (là dove la richiesta viene

nagata) si può far capo alla ‘Commission­e di mediazione indipenden­te’; quest’ultima sempre nel 2017 ha ricevuto 21 richieste di mediazione. In dieci casi ci si riferiva a documenti relativi all’attività edile. Prevista anche una seconda commission­e per la protezione dei dati le cui decisioni possono essere impugnata davanti al Tram. Come dire, la diffusione di dati – vedi il recente caso Facebook – resta comunque materia delicata. Da trattare con cautela.

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TI-PRESS/INFOGRAFIC­A LAREGIONE Informazio­ne e trasparenz­a, obiettivi fondanti della legge

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