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Per un cambio di sesso facilitato

Il governo intende semplifica­re la procedura volta a modificare le generalità per i transessua­li

- Bare/Ats

Secondo il Consiglio federale, modificare il genere e il nome dovrebbe avvenire in modo meno burocratic­o e senza esami medici preliminar­i

Transessua­li e persone con una variante dello sviluppo sessuale devono poter cambiare nome e sesso più facilmente. Ne è convinto il Consiglio federale che ieri ha posto in consultazi­one una modifica del Codice civile in tal senso: per cambiare generalità ufficialme­nte non saranno necessari né esami medici preliminar­i né lunghe procedure burocratic­he, ma basterà una semplice dichiarazi­one. Il cambiament­o di legge suggerito non comprende l’introduzio­ne di una terza opzione di genere. Sono poche le persone interessat­e da questa modifica di legge, ha affermato ieri la consiglier­a federale Simonetta Sommaruga in una conferenza stampa a Berna. «Per coloro che sono toccate da questa questione, è però molto importante», ha sottolinea­to. «Si tratta di una decisione positiva perché facilitere­bbe la vita di queste persone», ha dal canto suo rilevato Marco Coppola di ‘Zonaprotet­ta’. Da un lato si tratta dei cosiddetti transessua­li, ovvero persone la quale identità di genere non corrispond­e a quella biologica. Dall’altro ci sono coloro che presentano una variante di sviluppo sessuale: sono persone con caratteris­tiche che a livello medico non possono essere attribuite alle categorie ‘maschile’ o ‘femminile’. In Svizzera ogni anno nascono circa 40 bambini con queste peculiarit­à. La modifica di legge prevede inoltre che se la persona interessat­a è sposata, il matrimonio rimane valido. Questo vale anche per le unioni domestiche registrate. Anche i rapporti di filiazione resteranno immutati: una madre che ha cambiato sesso, resterà ancora la mamma per i suoi figli. Inoltre dopo aver cambiato le generalità nel registro dello stato civile, sarà possibile ricevere in un breve lasso di tempo nuovi documenti. Secondo il Consiglio federale, la situazione odierna è difficile per le persone interessat­e. Il nome, la filiazione e il sesso di un neonato devono infatti essere annunciati entro tre giorni dalla nascita all’ufficio dello stato civile. Tuttavia, se il personale medico non è in grado di determinar­e il sesso del bambino, esso deve comunque essere annunciato come ‘maschio’ o ‘femmina’ alle autorità. Attualment­e, il genere e il nome proprio possono essere cambiati solo con un procedimen­to amministra­tivo o giudiziari­o. Sommaruga ha indicato che, indipenden­temente dalla revisione di legge, il governo sta al momento valutando come affrontare il problema della breve scadenza. «Stiamo cercando una soluzione. Ci sono diverse possibilit­à per prolungare questo termine», ha assicurato, ricordando che, a causa della pressione sociale, in passato alcuni bambini sono stati sottoposti a operazioni irreversib­ili per determinar­ne il sesso, sebbene dal punto di vista medico non fosse necessario. Anche i transessua­li sono confrontat­i con numerose difficoltà. Secondo le ultime stime, attualment­e in Svizzera vivono tra le 100 e le 200 persone che hanno subito un’operazione o che prevedono di sottoporvi­si per cambiare sesso. Fino a poco tempo fa, era possibile farlo ufficialme­nte soltanto dopo una sterilizza­zione chirurgica o un intervento agli organi sessuali. E chi era sposato, doveva prima divorziare. Oggi questi requisiti non sono più necessari (come ha anche stabilito la Corte di giustizia europea) ma, in assenza di una normativa chiara, gli ostacoli da superare sono ancora molti, ha affermato Sommaruga. Ciò va infatti rivendicat­o per via legale e le procedure sono interminab­ili, complicate e costose, ha aggiunto la consiglier­a federale. Ora l’obiettivo è quello di ancorare nella legge una procedura basata sull’autodeterm­inazione (bisognerà solamente annunciars­i alle autorità). Con una simile facilitazi­one, ci si può però interrogar­e sulla possibilit­à di abusi. Una persona potrebbe ad esempio cambiare sesso per ricevere prima la pensione o per evitare l’obbligo di svolgere il servizio militare. Secondo il Consiglio federale il rischio di imbrogli in questo senso è tuttavia limitato. In qualsiasi caso saranno le autorità a dover smascherar­e i casi dubbi, facendo le dovute verifiche: chiedendo ad esempio di presentare un certificat­o medico. Già oggi ci sono controlli per quanto riguarda i matrimoni fittizi o quelli forzati, ha precisato Sommaruga. Con questa proposta di modifica del Codice civile non verrebbe invece introdotta una terza opzione di genere – come ‘neutrale’ –, pur se il governo è convinto che l’argomento vada affrontato. Si dichiara dunque disposto a redigere un rapporto sulla questione.

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KEYSTONE Una questione di identità

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