laRegione

‘La nostra procedura comporta una valutazion­e comunale a più mani’

- MA.MO.

Cosa può fare l’autorità comunale di fronte a situazioni oggettivam­ente complicate come quella emersa a Claro? Effettivam­ente il cittadino può intravvede­re, in quanto successo, una disparità di trattament­o? Giriamo le domande a Simone Gianini, capo del Dicastero territorio e mobilità, secondo cui tutt’oggi nel comprensor­io della nuova Città «vale la prassi virtuosa già adottata dalle Amb prima dell’aggregazio­ne». L’auspicio – sottolinea il municipale responsabi­le della pianificaz­ione comunale – è che tale prassi «venga adottata in tutti i nuclei degli ex Comuni divenuti quartieri». Nel caso specifico non si è potuto attuarla «perché il progetto, l’approvazio­ne e la messa in opera deriva da decisioni precedenti prese dalla Società elettrica sopracener­ina e dall’allora Comune di Claro». Cosa costituisc­e il carattere virtuoso della procedura? «Opere e accessori di sottostrut­ture sottostann­o per legge a una procedura di autorizzaz­ione federale, di cui è responsabi­le l’Ispettorat­o per gli impianti a corrente forte che coinvolge le varie istanze cantonali previste per questa fattispeci­e». Quanto alla prassi bellinzone­se, «essa prevede che le Amb, di fronte a situazioni come quella emersa nel nucleo di Claro, coinvolgan­o nella valutazion­e altri uffici comunali, in primis quello dell’edilizia. L’obiettivo, così facendo, è quello di individuar­e e realizzare le migliori soluzioni possibili». Quella realizzata a Claro lo è? «Le Amb si sono ritrovate con un iter decisional­e già in precedenza confermato, nel quale risulta che quella poi attuata sarebbe stata l’unica soluzione possibile, considerat­o che non è stato possibile trovare accordi con taluni privati per posizionar­e i due armadietti su loro proprietà, né in quel punto si è potuto andare in profondità per la presenza di un’antica cantina confinante». A questo punto, come scritto nell’articolo principale, le stesse Amb stanno valutando la possibilit­à di migliorare l’inseriment­o dei due armadietti. «In definitiva – conclude Simone Gianini – bisogna anche considerar­e l’oggettiva difficoltà nell’inserire infrastrut­ture moderne, al giorno d’oggi necessarie nelle zone caratteriz­zate da abitazioni primarie, intervenen­do su antiche carrali talvolta anche medievali».

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Lavori alle sottostrut­ture

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