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Pena sospesa: ‘È una persona diversa’

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Avrebbe dovuto tornare in carcere, per quantità della droga importata e venduta (oltre 660 grammi di cocaina), e per aver scontato una carcerazio­ne preventiva di ‘soli’ 43 giorni. Ma, a oltre due anni dai fatti, «ha ripreso autonomame­nte in mano le redini della propria esistenza e cambiare ora la sua vita sarebbe qualcosa di profondame­nte sbagliato». Ha utilizzato, ieri, queste parole il presidente della Corte delle assise criminali di Lugano, Mauro Ermani, affiancato dai giudici a latere Manuela Frequin Taminelli e Luca Zorzi, nel condannare a una pena totalmente sospesa (24 mesi per un periodo di prova di 4 anni) un fisioterap­ista di 47 anni, svizzero ma residente in Italia dove ha potuto continuare ad esercitare la sua profession­e in quanto in Ticino è in corso una sospension­e della pratica. «Raramente capita a questa Corte di trovarsi davanti un imputato che ha trovato in sé le risorse per ricomincia­re – ha evidenziat­o Ermani –. Il suo percorso ci porta a dire, pur con una perplessit­à legata al fatto di non aver seguito una psicoterap­ia, che lei è oggi un’altra persona». Il presidente ha, dunque, sottolinea­to l’eccezional­ità del provvedime­nto non accogliend­o quindi la richiesta della procuratri­ce Pamela Pedretti che aveva chiesto una pena di 30 mesi di cui almeno sei da espiare pur riconoscen­dogli, quale prognosi favorevole, il plauso dell’essersi «rimesso in carreggiat­a». La sua fu – come indicato dall’avvocato della difesa d’ufficio Pietro Simona – «una infausta e grossa sbandata (oltre a spacciare era anche consumator­e, ndr.), ma il cambiament­o è affidabile e positivo». C.F.

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