Paolo Righetti: ‘Emozioni intensissime, dobbiamo ispirarci a quell’Acb’
Come Manuel Rivera, anche Paolo Righetti ricorda bene la stagione 2007/2008. «Dieci anni fa ero già responsabile del calcio di base dell’Acb, ma soprattutto ero un grande tifoso granata e quindi ho vissuto in prima persona quell’annata incredibile – ci racconta colui che ha assunto la carica di presidente nella primavera del 2014, guidando la rinascita del sodalizio granata dopo il fallimento del 2013 (fino ad allora Righetti era il numero uno dell’Associazione, che gestiva il settore giovanile e indipendente dalla Sa fallita) –. Ero presente sia a Basilea per la finale di Coppa Svizzera sia a San Gallo il giorno della promozione e sono ricordi bellissimi, emozioni uniche. In particolare la serata dell’Espenmoos ha rappresentato il momento più intenso che ho vissuto sulla mia pelle da tifoso. Fu un’annata magica che finiva con 8 (2008), la stessa cifra che è legata all’unico titolo di campione svizzero dell’Acb, nel 1948. Ora siamo nel 2018, per cui chissà che non ci sia due senza tre e che anche quest’anno potremo aggiungere una data importante nella storia del club». Già, perché l’Acb ha dominato il gruppo 3 di Prima Lega e da mercoledì ritenterà l’assalto (fallito un anno fa) alla Promotion League affrontando in trasferta nell’andata del primo turno delle finali una tra Black Stars o Buochs (lo definirà nel weekend l’ultimo turno di campionato)... «La promozione non significherebbe semplicemente salire di categoria, ma avrebbe anche un valore simbolico, in quanto quando la società fallì nel 2013, si trovava proprio in Promotion League». Una sorta di cerchio da chiudere per tornare davvero a guardare in alto e a quell’incredibile 2008... «Sono uno che non vive molto di ricordi e che preferisce guardare al presente, ma ogni tanto è giusto ricordare ai giocatori e agli addetti ai lavori cos’è stato Bellinzona e cosa potrebbe tornare a essere. O perlomeno la direzione in cui bisogna andare, perché evidentemente di strada da fare ce n’è ancora tanta e bisogna fare il passo secondo la gamba, senza illudere la gente. Di certo però c’è che Bellinzona era una piazza importante e, seppur consci che non sarà facile, vogliamo tornare il più vicino possibile a quell’Acb». SC