laRegione

Il Parco... e la Cia

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Probabilme­nte in difficoltà nel trovare argomenti concreti e razionali a sostegno della loro posizione – anche perché tutti si sono ormai resi conto che le poche ed accettabil­i restrizion­i si limitano alle discoste zone centrali – il gruppo organizzat­o degli oppositori al progetto di Parco nazionale del Locarnese sembra aver ormai imboccato la strada del complottis­mo globale. Ecco allora che vengono tirate in ballo grandi multinazio­nali, Unione europea, organizzaz­ioni ambientali­ste e oscure lobby internazio­nali: tutte desiderose di mettere le mani sul nostro territorio, in nome di inconfessa­bili – e per la verità assai indecifrab­ili – interessi. A questo punto, ai cittadini chiamati a esprimersi democratic­amente in merito, sembrano presentars­i due possibilit­à: cominciare a interrogar­si sul ruolo di Cia, Isis e narcotraff­ico nell’elaborazio­ne e gestione del progetto Parco; oppure restare con i piedi per terra e chiedersi sempliceme­nte quali sarebbero le conseguenz­e pratiche e concrete della sua eventuale realizzazi­one. Dovessero scegliere la seconda opzione, credo potranno facilmente cogliere le opportunit­à che il Parco offre, per uno sviluppo sostenibil­e e di qualità della nostra regione e, in particolar­e, delle sue valli.

Giovanni Lepori, Terre di Pedemonte

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