Elezioni, un ‘invito’ a Bacchetta-Cattori
Il Ppd del Locarnese sollecita il deputato a entrare nella lista per il Consiglio di Stato
Un forte auspicio. “Più di un invito”, si precisa nella nota giunta ieri in redazione. A poco meno di un anno dalle elezioni cantonali 2019, le truppe iniziano a tastare il terreno. Il Ppd del Distretto di Locarno auspica che Fabio Bacchetta-Cattori, deputato in partenza dopo quattro legislature, non deponga affatto le armi. Di più. Giovanni Bonetti, presidente distrettuale, “ha manifestato l’auspicio del Distretto di poterlo rivedere presto protagonista nel dare valore alle liste del Partito popolare democratico e perché no già ad aprile 2019 visto che non si eleggerà solo il Gran Consiglio”. Ma anche il Consiglio di Stato. Un invito chiaro e forte, dunque, a scendere in campo per il seggio Ppd in governo oggi occupato da Paolo Beltraminelli. Il diretto interessato al momento non si sbilancia. «Ritengo sia prematuro esprimersi oggi» risponde Bacchetta-Cattori alla nostra sollecitazione e null’altro aggiunge. Nel frattempo, sempre restando nel Locarnese, si confermano le candidature degli attuali granconsiglieri Claudio Franscella (oggi vicepresidente del parlamento) e Marco Passalia. Un partito in forma, stando alla nota stampa, quello che opera sulle rive e attorno al Verbano. “Siamo consci del momento particolare del nostro partito – ha detto fra l’altro il presidente distrettuale – e il nostro compito principe è agire con impegno, etica, dedizione e motivazione, sempre”. Parole che, se lette in filigrana, descrivono molta consapevolezza e anche necessità di ‘ripartenza’. Detta altrimenti, nessuno in casa Ppd ha voglia di acutizzare la crisi apertasi con il ‘caso Argo’ e tutt’oggi in corso, visto che si attende il rapporto della Commissione parlamentare d’inchiesta annunciato per fine giugno. La ‘querelle’, come è noto, ha coinvolto il direttore del Dss e anche il presidente cantonale del Ppd. Lasciando sul campo preoccupazione e perplessità. A un anno dalle elezioni cantonali urge ricomporre le fila e ricompattare il partito perché la posta in palio è alta: non perdere altri seggi in parlamento, come capita da anni. Tutti ne sono consapevoli e nessuno ha perso la speranza di evitare fratture dolorose. Ma la partita è solo all’inizio e non si possono escludere colpi di scena.