Sviluppo e risparmi in Società
L’intervista / Maurizio Canetta e le nuove strategie editoriali della Rsi Di certo ci sono in atto un piano di risparmi e un progetto per unificare l’intrattenimento e la cultura in una nuova linea editoriale. Il resto è in evoluzione, fra risorse e ‘nuov
Non è ancora il momento di indicare cifre, né di anticipare o di escludere che ci saranno licenziamenti. L’unica certezza sono quei 100 milioni di risparmi previsti dalla Ssr a livello nazionale, che inevitabilmente toccheranno anche la Rsi. In che misura, ci dice Maurizio Canetta, lo sapremo solo a fine giugno, dopo la riunione del Consiglio di amministrazione: «Stiamo elaborando un piano a livello nazionale e regionale, ma non è ancora consolidato». Il direttore non conferma nemmeno che alcune trasmissioni tv sarebbero prossime alla chiusura, come ‘Il rompiscatole’: «Toccherà al nuovo dipartimento ridurre giochi e quiz, per quanto noi abbiamo sempre cercato di associarli a dei contenuti. Non ci sono liste di trasmissioni che restano o altre che verranno tolte. La costruzione dei programmi e dei palinsesti è un movimento continuo. Il servizio pubblico deve differenziarsi e quindi daremo più spazio ai contenuti culturali e di società». Il nuovo dipartimento cui allude il direttore Rsi è quello di Cultura e Società, in cui confluiranno gli attuali settori Cultura e Intrattenimento. E questa è già un’indicazione sulle riflessioni in atto a Comano, dove questi due ambiti non vengono più visti come scissi ma come complementari. Insomma, l’offerta culturale deve anche intrattenere e l’intrattenimento non deve escludere la cultura.
A quali nuove esigenze comunicative risponde il progetto di unificare Cultura e Intrattenimento in un unico dipartimento?
Il progetto – che deve ancora essere approvato a fine giugno dal Consiglio di Amministrazione – nasce dalla necessità di essere sempre più attenti alla migliore definizione del concetto di servizio pubblico. Dobbiamo essere capaci di differenziarci, di valorizzare e promuovere ancora di più i contenuti culturali, di essere efficienti, di agganciare i nuovi pubblici. Creare un dipartimento Cultura e Società risponde a tutte queste necessità, è una proposta concreta nell’ottica della riforma che la Ssr e la Rsi stanno attuando.
In che misura incide su questa operazione il piano di contenimento dei costi? E che risposte dà l’unificazione dei dipartimenti allo stesso piano di risparmio?
Fusione significa maggiore efficienza, accorpamento di servizi, miglioramento di collaborazioni e sinergie. Il tutto si inserisce nel discorso generale di contenimento dei costi, che è uno dei progetti
prioritari attualmente in atto alla Ssr e dunque anche alla Rsi. Questo però deve andare di pari passo con il raggiungimento degli obbiettivi di maggior valorizzazione dei contenuti culturali e di società e l’aggancio dei pubblici più giovani. Tutte le aziende sono confrontate con nuovi sviluppi del mercato e contrazione
delle risorse, la creazione di Cultura e Società entra in questa dinamica: dobbiamo essere più rapidi nell’orientare le risorse ai nuovi bisogni.
Al momento i due dipartimenti hanno due responsabili (Diana Segantini alla Cultura e Mariapia Bernasconi all’Intrattenimento). In che modo verrà selezionato il futuro responsabile di Cultura e Società?
Dopo l’approvazione definitiva del progetto da parte del Consiglio di Amministrazione della Ssr ci sarà un concorso pubblico, come facciamo sempre per posti di questa importanza.