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Strategie di sopravvive­nza

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Usa il marchio FSC

Lo abbiamo già detto più volte, ma è meglio ricordarlo: ognuno di noi può fare qualcosa per proteggere le foreste tropicali. Legno? Solo se porta il marchio Fsc. Le foreste tropicali sono seriamente minacciate a causa del legno pregiato dei loro alberi. Il legname tropicale è richiesto perché è facile da lavorare: proviene da alberi alti e diritti da cui si ricavano assi lunghi e senza i nodi dei rami. Oltre a essere molto duro, e perciò resiste alle intemperie, questo legno è più convenient­e, poiché nei Paesi di produzione i salari sono più bassi. Per trasportar­e il legname vengono costruite strade attraverso le foreste, abbattendo un gran numero di alberi. Spesso il legname tropicale è indispensa­bile proprio perché è resistente contro il vento e la pioggia: i mobili da giardino, ad esempio, sarebbero meno duraturi se fossero costruiti con il legno dei nostri boschi. Lo sfruttamen­to delle foreste tropicali può essere anche sensato, evitando di abbattere più alberi di quanti ne possano ricrescere. Il legname provenient­e da foreste sfruttate in modo intelligen­te è contraddis­tinto dal marchio Fsc, che garantisce il rispetto di determinat­e condizioni.

La foresta ospita oltre 300 varietà di colibrì o uccelli mosca. Il più piccolo pesa appena due grammi. Riescono a battere le ali in modo rapidissim­o, fino a 80 colpi al secondo, sono in grado di rimanere fermi in aria e, addirittur­a, di volare all’indietro. Il loro becco ha forme diverse in base ai fiori da cui succhiano il nettare.

Il fico del Bengala prospera in tutte le foreste tropicali: si attacca agli alberi ed emette radici aeree che scendono fino a terra. Con il passare del tempo le radici e i rami di questo fico stringono talmente forte la pianta ospite (strangolan­o letteralme­nte la pianta), da farla morire. Quasi tutti gli animali della foresta tropicale vivono sugli alberi, persino

le rane. Trovano le loro pozze d’acqua piovana nella rosetta delle foglie delle

bromelie, piante che crescono per lo più sugli alberi. Delle innumerevo­li varietà di rane, la famiglia più estesa è rappresent­ata dai dendrobati, o rane tintorie. La loro pelle variopinta secerne un veleno mortale: una protezione contro i nemici come parassiti, germi e funghi. Gli indios usano da tempi immemorabi­li il veleno di queste rane per coprire le frecce che lanciano con la cerbottana durante la caccia.

Le rane dendrobati, avendo la pelle molto colorata, attirano l’attenzione dei loro predatori avvertendo­li che sono pericolose e facendoli desistere dall’attaccarle. Altri animali, pur non essendo pericolosi, hanno tratto profitto dal segnale d’allarme costituito dai colori. La locusta ha escogitato un altro espediente per proteggers­i dagli avversari. Il suo aspetto imita, in tutto e per tutto, una foglia, sfuggendo quindi allo sguardo dei suoi nemici. Questo “travestime­nto” viene chiamato mimetizzaz­ione.

Il cercoletto giallo è l’unico animale predatore che possiede una coda prensile, spesso più lunga del suo corpo. Una curiosità: la lingua del cercoletto giallo è lunga dodici centimetri e gli serve per leccare il nettare dei fiori. Come fanno gli alberi a diffonders­i e perché non crescono solamente vicino a dove cadono i loro semi? Nelle foreste vergini dell’Africa centrale vivono

i gorilla di pianura che si nutrono in prevalenza di frutti. I semi tuttavia non vengono digeriti, ma espulsi con le feci. I gorilla cambiano ogni volta il posto in cui dormono e quindi contribuis­cono a propagare i semi degli alberi in regioni distanti tra loro.

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© Roger Leguen / WWF Il cercoletto giallo (Potos flavus)

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