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L’Irlanda dice sì all’aborto

- L.E.

Ta. Yes. Sì, insomma. Si direbbe questo l’esito del referendum irlandese per abolire l’articolo 8 della Costituzio­ne, quello che dal 1983 impediva l’interruzio­ne di gravidanza (tranne che in caso di gravi rischi per la vita della madre). Secondo i primi exit poll di ‘Irish Times’ – diffusi poco prima di andare in stampa – il ‘sì’ si sarebbe imposto addirittur­a con il 68%, scongiuran­do la rimonta dei contrari registrata dagli ultimi sondaggi prima del voto. In un Paese nel quale finora nemmeno stupri, incesti e anomalie fetali permetteva­no alle donne di interrompe­re una gravidanza – pena la detenzione fino a 14 anni – spetterebb­e ora al parlamento introdurre una nuova legge in materia. Il comitato incaricato di esaminare la questione raccomanda di permettere liberament­e l’aborto fino alla dodicesima settimana di gravidanza, e di consentirl­o oltre tale scadenza in caso di gravi anomalie del feto e rischi per la salute fisica e mentale della donna. È prevista l’obiezione di coscienza per i medici, che dovranno però indirizzar­e la paziente a un collega non obiettore. In un Paese nel quale l’80% dei cittadini si dichiara cattolico, la campagna è stata segnata da toni sopra le righe. In particolar­e, i fautori del ‘no’ hanno puntato su un’iconografi­a strappalac­rime (feti, teneri pargoletti, piedini di bimbi, perfino ragazzi down) e hanno diffuso fino all’ultimo bufale come quella sulla presunta libertà di aborto fino ai sei mesi di gravidanza. Non ha funzionato. E sebbene i favorevoli appaiano più numerosi fra donne, giovani e cittadini, anche maschietti e ‘campagnoli’ parrebbero avere disertato i consueti stereotipi. Solo gli over 65 avrebbero optato per il no. D’altronde tutti i maggiori leader istituzion­ali (incluso il premier Leo Varadkar), i principali partiti e media avevano invitato a votare sì. Defilata, invece, la Chiesa cattolica, la cui autorità è stata gravemente azzoppata da anni di scandali, in primis quelli riguardant­i i preti pedofili. Elevata l’affluenza alle urne fra i 3,3 milioni di aventi diritto: in numerosi seggi si è superato il 70%. Il risultato segue di tre anni quello che legalizzò i matrimoni gay. Fra il 1980 e il 2015, si calcola che le donne irlandesi recatesi nel Regno Unito per abortire siano state oltre 160mila (secondo dati del Ministero della salute britannico), e stando al ‘Guardian’ circa duemila ordinano ogni anno online la pillola abortiva, pericolosa­mente utilizzata senza supervisio­ne medica.

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KEYSTONE Per lei è troppo tardi

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