Acqua minerale, si stappa?
San Bernardino: trattative a buon punto fra le autorità e un gruppo svizzero L’attività riprenderebbe nello stabilimento ed eventuali ampliamenti sarebbero valutati in un secondo tempo
Non è ancora tempo di levare lo champagne dal frigorifero per stapparlo, ma a San Bernardino c’è ottimismo per le trattative in corso fra le autorità di Mesocco e un gruppo svizzero attivo nella produzione e vendita di bevande, fattosi avanti due anni fa per valutare la ripresa dell’attività nello stabilimento situato nella località turistica altomesolcinese. L’edificio allacciato alla fonte ‘Acubona’ di proprietà patriziale, ricordiamo, è improduttivo dall’estate 2015 a seguito della messa in mora e successivo fallimento della Kràtos Grischa Sa aggiudicatasi nel 2004 la concessione trentennale per captazione e imbottigliamento. Nell’autunno di tre anni fa, Municipio e Patriziato non avevano perso tempo incaricando la società di consulenza e gestione progetti LogMan di Vals di diffondere il bando di progettazione indicante le possibilità edificatorie sia per il comparto delle acque minerali di competenza patriziale, sia per quello situato a monte (7mila metri quadrati di proprietà comunale) sul quale è possibile edificare un centro benessere sfruttando le acque curative della fonte ‘Acuforte’, con la possibilità di contare anche sul vicino complesso residenziale di proprietà comunale. Il bando indicava una doppia via: sia l’investimento unico acque e spa, sia due iniziative separate. «È in questa seconda direzione – ricorda alla ‘Regione’ il sindaco
Christian De Tann – che da due anni si sono sviluppate le trattative con un gruppo elvetico, attivo anche al di fuori dei confini nazionali, per la ripresa dell’acqua minerale. Nelle trattative vi sono stati passi avanti e confidiamo che si arrivi a un accordo entro fine anno. Un nuovo incontro è previsto a inizio giugno. Sono fiducioso». La difficoltà è data dalle dimensioni dello stabilimento, ritenute da taluni gruppi insufficienti per generare la giusta cifra d’affari con la
produzione. «Un’ipotesi di lavoro – spiega il sindaco – è che si cominci con questi volumi e si valuti cammin facendo l’opzione ingrandimento».
Segnali positivi anche per la Spa
Ammonta a 100-200 milioni la stima d’investimento per il sovrastante centro termale. In due anni più gruppi hanno preso contatto con le autorità e attualmente uno sta mostrando interesse verso
l’operazione. «Vediamo se maturerà qualcosa, noi lo speriamo tanto. Ovviamente questo ambito più turistico si lega a quello dell’offerta delle infrastrutture, penso a quelle sciistiche», rileva Christian De Tann: «Sappiano che ci sono contatti con gli attuali proprietari, la famiglia Ghezzi». Contatti che hanno coinvolto anche il Comune, proprietario dei terreni e responsabile del rilascio della concessione e del diritto di superficie. «Spero sia la volta buona».