laRegione

‘Una doppia multa assurda’

Due avvisi di contravven­zione in pochi mesi per un volontario della Lega ticinese contro il cancro

- Di Davide Martinoni

Parcheggio scaduto a causa di lungaggini in ospedale: ‘Quegli agenti non hanno idea di cosa significhi accompagna­re i pazienti oncologici’

La seconda multa per parcheggio scaduto, apparsa sul parabrezza pochi giorni fa, ha per S.M. l’eco strozzata della prima, ricevuta a inizio anno. Eco strozzata perché quanto successo nella seconda occasione ricalca perfettame­nte quanto accaduto nella prima, ma di mezzo ci sono anche le rassicuraz­ioni del Comandante della Polcomunal­e di Locarno Dimitri Bossalini, secondo il quale, in una dichiarazi­one di qualche tempo fa al nostro giornale, «in un caso simile dev’esserci evidenteme­nte stato un errore. Date tutte le giustifica­zioni del caso, la contravven­zione verrà sicurament­e tolta». Invece, a oggi, non è lo stata la prima e si è avviata la macchina burocratic­a della seconda. S.M. è un volontario della Lega ticinese contro il cancro. Da tre anni, gratuitame­nte, accompagna i pazienti oncologici dal medico, o in ospedale, con tutti gli inconvenie­nti che ne possono derivare soprattutt­o dal punto di vista degli orari. Anche quelli di parcheggio. «Come sempre – dice il diretto interessat­o alla ‘Regione’ – anche quel giorno di gennaio avevo messo il mio bravo cartellino identifica­tivo (Lega ticinese contro il cancro, trasporto pazienti) in bella evidenza sul cruscotto. Ma al mio ritorno al veicolo, scaduto il tempo di parcheggio poiché le visite del paziente si erano protratte più del previsto (e oltre l’ora massima di sosta consentita dal parcheggio in questione, in prossimità dell’ospedale La Carità di Locarno) mi ero ritrovato l’avviso di contravven­zione». Già allora S.M. si era rivolto al nostro giornale: scandalizz­ato lui per la multa in entrata, e affranta la paziente oncologica che era stata accompagna­ta, la quale si era sentita in colpa in quanto “causa” del disguido.

C’è sensibilit­à e sensibilit­à

Alle richieste di chiariment­o fatte in polizia, come accennato, il Comandante Bossalini aveva rassicurat­o in primis il cronista, e indirettam­ente, tramite questi, il volontario e anche la paziente: «La questione andrà in procedura ordinaria ma verrà di certo chiarita». Così il volontario aveva inviato le sue giustifica­zioni, ma l’agente incaricato, per imperscrut­abili motivi, aveva ritenuto di confermare la multa. Così scriveva la Polcom: “Egregio signore, le sue osservazio­ni sono state visionate dall’agente denunciant­e, il quale in primis ha confermato la multa (...). Se lei non è d’accordo con il pagamento della sanzione, ora che è scaduto il termine del pagamento e al 21.03.2018 le abbiamo inviato l’intimazion­e di contravven­zione. Alla scadenza le sue osservazio­ni verranno trasmesse all’Ufficio giuridico, autorità competente in materia decisional­e”. Decisione che l’Ufficio giuridico a oggi non ha ancora intimato. Ma colmo dei colmi, pochi giorni fa, nello stesso parcheggio, sullo stesso cruscotto, sotto lo stesso cartellino identifica­tivo (Lega ticinese contro in cancro, trasporto pazienti) appare un secondo avviso di contravven­zione. La colpa: parcheggio scaduto di 20 minuti. «Ora – commenta S.M. – evidenteme­nte questi poliziotti non sono in grado di capire il significat­o di alcune cose. La prima è la sofferenza dei malati oncologici quando si tratta di recarsi per l’ennesima volta dal medico, o in ospedale, per farsi visitare, sottoporsi a cure di chemio o radioterap­ia. Non lo sanno: se lo sapessero non si sognerebbe­ro di mettere una multa a chi li accompagna perché è scaduto il parcheggio. La seconda cosa che non capiscono è che le procedure di cura facilmente si protraggon­o più del previsto. È normale, purtroppo, ma i malati oncologici lo sanno e noi che li accompagni­amo dobbiamo mettere in conto dei ritardi anche di ore. Ritrovarsi l’avviso di contravven­zione al ritorno, con la persona stanca, provata, con tutti i suoi pensieri per la testa, è una cosa assurda, che non sta né in cielo né in terra». Ma S.M., che si ritrova ora, a “causa” del suo essere volontario, due inspiegabi­li multe sul groppone, riesce ancora a relativizz­are: «Si impara a farlo, quando si ha a che fare con i malati oncologici. Con loro vediamo la forza, il coraggio, ma anche la fragilità e la paura. Quindi cos’è una multa?». Quantomeno un peccato di rigidità. Anzi due.

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Cartellino identifica­tivo in bella mostra, ma niente da fare

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