Caserma ancora come centro asilanti, l’Udc Ticino bacchetta i suoi esponenti losonesi
Pareri divergenti. I vertici dell’Udc-Ticino ritengono (come del resto il Guastafeste) che “se dalle urne uscisse un ‘no’ alla riapertura del Centro asilanti di Losone, ciò costituirebbe un chiaro segnale di critica alla politica del Consiglio federale”. La decisione di 6 consiglieri comunali della sezione losonese (su 8) – assecondati dai due municipali Alfredo Soldati e Daniele Pinoja – di sottoscrivere una “presa di posizione interpartitica” (ideata dalla Sinistra e firmata da 20 consiglieri comunali su 35) con la quale si raccomanda alla popolazione di votare “sì” alla riapertura (per 3 o forse 4 anni) del centro per richiedenti l’asilo inserito nell’ex-caserma (e destinato a ospitare fino a 220 migranti), ha creato sorpresa e malcontento fra “non pochi membri del partito” ed è stata “stigmatizzata” senza mezzi termini dall’Udc Ticino. L’Udc cantonale sottolinea che non è sua abitudine intromettersi “negli affari di competenza prettamente comunale nei quali le sue sezioni godono della massima autonomia. In questo caso, tuttavia, questa autonomia fa sì che la “Real Politik” adottata dalla maggioranza dei deputati Udc nei gremi del Comune sia nettamente in contrasto con la linea in materia d’asilo del partito nazionale e cantonale. Onde per cui i vertici cantonali non possono che“distanziarsi dalla posizione assunta dalla maggioranza dei suoi deputati losonesi”. Salvo approvarne la decisione di sottoporre la questione alla popolazione.