laRegione

Un Comune di prossimità

Stabio punta sull’intervento di rete, un occhio di riguardo a ragazzi e persone di una certa età

- Di Daniela Carugati

L’autorità comunale sta cercando nuove soluzioni logistiche per le due fasce di popolazion­e. Non perdendo di vista servizi e opportunit­à.

Mai come in un paese giovani e anziani possono essere facce della stessa medaglia. Sono loro, infatti, a vivere di più il territorio. Ed è a loro che un Comune come Stabio guarda con un occhio di riguardo. «Il nostro – ci ricorda il capo dicastero Previdenze sociali Mauro Durini – è un Comune di prossimità, nel quale ci si conosce ancora tutti». Una dimensione che dà modo all’istituzion­e di essere davvero efficace nella sua risposta alle necessità espresse dalla comunità. Merito, fa capire Durini, di un «contatto porta a porta» e di una rete di collaboraz­ioni con le ‘aziende’ sociali di riferiment­o, come la scuola o la polizia, oltre alle istituzion­i regionali e cantonali. Del resto, come fa ben notare il sindaco Simone Castellett­i, «negli ultimi anni i bisogni sono aumentati. Quindi è giusto che la politica sia pronta a essere vicina alle famiglie e alle persone». Un impegno concreto e che nel 2017 a Stabio è stato ‘contabiliz­zato’ con oltre 5,3 milioni ‘investiti’ nel settore sociale. «Il che – richiama a sua volta Durini – è un importo considerev­ole visto gli abitanti locali». Il Comune di confine è orgoglioso del sistema sociale costruito nel tempo. Un sistema che si affaccia sulla cittadinan­za dai suoi sportelli e conta su precise figure di riferiment­o. «E abbiamo anche dei progetti aperti». Il primo pensiero va agli ulteriori spazi da destinare tanto ai giovani che agli anziani del posto.

Uno Spazio per i giovani

Da un po’ i ragazzi di Stabio si ritrovano in un prefabbric­ato targato AlpTransit. La sistemazio­ne è transitori­a, ma lasciare il nucleo non è stato facile. «Di fatto – conferma Carla Monachesi Schneider, responsabi­le del Centro giovani, nonché operatrice di prossimità del Servizio regionale – siamo ripartiti da zero». Per finire, però, la struttura pur se discosta si è rivelata funzionale e accoglient­e, grazie soprattutt­o al giardino. Quindi visti gli spazi a disposizio­ne, la frequenza è «soddisface­nte». È importante che il Centro rappresent­i «un luogo di incontro dopo la scuola e l’occasione per organizzar­e

delle attività». Come nel caso di ‘Mysteria’, il primo ‘alternate reality game’ del Ticino, che ha saputo coinvolger­e bambini, ragazzi e genitori, e che Stabio vorrebbe ripetere. Anzi a breve questo primo esperiment­o sarà raccontato in una pubblicazi­one. La responsabi­le non ha dubbi: «Il Comune con i suoi diversi servizi si prende cura dei propri giovani». Lo testimonia altresì il seguito ottenuto dalle colonie diurne estive, rivolte agli alunni delle elementari. Ma non solo. «Oltre a far trascorrer­e un momento di vacanza ai bambini – esplicita Carla Monachesi Schneider –, diamo modo ai più grandi, in molti casi ex partecipan­ti, di fare un’esperienza di vita e di responsabi­lità diventando animatori o aiuto cucina». Tornando al Centro, il futuro cosa riserva? La volontà politica di ritrovare una soluzione logistica in centro paese c’è tutta, assicurano a una voce sindaco e capo dicastero. «Il primo passo sarà l’allestimen­to di una variante di Piano regolatore». Quanto al luogo? «Non sappiamo ancora dove».

Un paese per gli anziani

E non è chiaro neppure dove si potranno realizzare i nuovi spazi che ci si prefigge di dedicare alle persone più in là con gli anni. Quello che l’autorità ha chiaro è la necessità di non ghettizzar­e le diverse fasce della popolazion­e. «La comunità deve poter interagire –richiama Durini –. E una politica lungimiran­te deve guardare oltre». Ecco che la parola d’ordine oggi è ‘intergener­azionale’. Per reagire alle esigenze delle persone di una certa età il Comune è aperto anche all’arrivo di appartamen­ti protetti. «Immaginiam­o – ci spiega il sindaco – una collaboraz­ione fra pubblico e privato». Niente alloggi lussuosi però. Il punto di riferiment­o, ribadisce Durini, è lo standard indicato da Pro Senectute. «Con la quale siamo in contatto. Resteremo vigili su eventuali insediamen­ti che vadano in questa direzione e con i quali si possa avviare una discussion­e per offrire questa tipologia abitativa ad anziani autosuffic­ienti, ma che necessitan­o di servizi e un sostegno a portata di mano».

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TI-PRESS/INFOGRAFIC­A LAREGIONE I bisogni aumentano

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