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Gli investitor­i temono l’Italia

I mercati stanno ‘prezzando’ una possibile uscita di Roma dal sistema dell’euro

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La sfiducia del mercato nei confronti dell’Italia, con il rialzo dello spread e il tonfo della Borsa (ieri l’indice Ftse Mib di Milano è sceso del 2,65% in una giornata negativa per tutti i principali listini europei, ndr), è legato al fatto che gli investitor­i ritengono che “potenzialm­ente potrebbe esserci un referendum” sulla permanenza nell’euro. Lo afferma Jeff Rosemberg, capo strategist del reddito fisso di Blackrock, il più grande gestore al mondo. A onor del vero nelle scorse settimane nessuno dei partiti pronti a formare una maggioranz­a di governo ha mai ventilato l’ipotesi di un referendum popolare sulla moneta unica europea. Del resto la Costituzio­ne italiana non prevede la possibilit­à di esprimersi su un tale oggetto. E se anche ipoteticam­ente fosse possibile, i tempi non sarebbero certo strettissi­mi. Ma si sa, i mercati guardano lontano e stanno “prezzando la distribuzi­one di una serie di esiti” legati alla situazione politica e uno di questi è “la rinegoziaz­ione” dei rapporti con l’Unione europea, ha spiegato intervista­to da Bloomberg tv Rosemberg. Un esito che era visto “come molto improbabil­e” ma che il mercato “sta iniziando a prezzare” e che se si verificass­e determiner­ebbe “una significat­iva riduzione della valutazion­e del debito”. A conferma di questa ipotesi c’è l’aumento dello ‘spread’ tra i rendimenti dei titoli italiani Btp e i Bund tedeschi. Differenzi­ale che ha chiuso vicino alla soglia dei 300 punti base, a 290 punti – sugli schermi Bloomberg – con il rendimento del decennale italiano al 3,13%. Di Europa a rischio esistenzia­le ha invece parlato George Soros secondo cui la volata del dollaro e la fuga di capitali dalle economie emergenti potrebbero portare a un’altra ’’grande’’ crisi finanziari­a. “Tutto quello che poteva andare storto è andato storto’’ dice Soros secondo quanto riporta l’agenzia Bloomberg. Il filantropo cita la crisi dei rifugiati, le politiche dell’austerity che hanno catapultat­o i populisti al potere e la “disintegra­zione territoria­le’’ esemplific­ato dalla Brexit. “Non è più un modo di dire che l’Europa è in un pericolo esistenzia­le, è la dura realtà” afferma Soros proponendo la sua ricetta, ovvero un piano Marshall per l’Africa finanziato dall’Europa per allentare le pressioni migratorie, ma anche una radicale trasformaz­ione dell’Ue. ANSA/RED

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