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‘Giudici stranieri’, i contrari in campo

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L’iniziativa popolare dell’Udc ‘per l’autodeterm­inazione’, o ‘contro i giudici stranieri’, in realtà mira ad “ridurre i diritti di tutti”. Dietro il nome allettante infatti si nasconde un attacco ai diritti umani, sostiene l’Alleanza della società civile, raggruppan­te un centinaio di associazio­ni, che ieri ha lanciato la campagna contro il testo, sul quale i cittadini dovrebbero votare il prossimo 28 novembre. L’Udc – ha affermato l’Alleanza – non attacca apertament­e i diritti umani perché è cosciente che una simile offensiva non sarebbe gradita alla popolazion­e e preferisce parlare di precedenza della Costituzio­ne svizzera sul diritto internazio­nale e di ‘giudici stranieri’. Se l’iniziativa venisse approvata, la Svizzera sarebbe, assieme alla Bielorussi­a, l’unico Paese nel quale i cittadini non potrebbero appellarsi alla Convenzion­e europea dei diritti dell’uomo (Cedu). Quest’ultima e la Corte di Strasburgo sono fondamenta­li per garantire il rispetto di tutte le minoranze, ha rilevato l’Alleanza. Contrariam­ente a quanto affermano alcuni, se l’iniziativa venisse approvata, non sarebbero i cittadini a poter decidere se revocare i trattati internazio­nali, ma il Consiglio federale, ha precisato l’Alleanza. L’esecutivo quindi si rafforzere­bbe a scapito del popolo e del parlamento e potrebbe mettere a rischio la democrazia diretta, ha spiegato. L’Alleanza della società civile si impegna dal 2014 a difendere i diritti umani in Svizzera, sempre più esposti ad attacchi di ogni genere, ha indicato. Intanto oggi al Consiglio nazionale i parlamenta­ri dibatteran­no proprio sull’iniziativa dell’Udc. Sono attesi più di ottanta oratori.

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