‘Un ponte per il futuro’
Pene sospese ai tre ventenni ticinesi ‘inciampati’ in droga e violenza
Il difficile vissuto alle spalle e una possibilità di riscatto all’orizzonte. Per il giudice Marco Villa: ‘Mi auguro che questo sia il punto finale della vostra vita da sbandati’.
«Mi raccomando, avete davanti la vita. Voglio incontrarvi fra qualche anno per strada e voi che mi dite ‘ce l’abbiamo fatta’». Li ha congedati con queste paterne parole, il giudice Marco Villa, i tre ventenni condannati ieri alle Assise criminali di Lugano con pene sospese per permettere un trattamento terapeutico, ordinato dalla Corte per riuscire «a costruire un ponte per il vostro futuro» come evidenziato dal presidente. Gravi, infatti, i reati commessi appena maggiorenni due di loro e ancora minorenne il terzo: dal traffico di eroina (quasi un chilo smerciato sulla piazza luganese ad altrettanti giovanissimi) alla rapina (il furto di un cellulare usando violenza su un turista tailandese), dal consumo di droga (anche pesante) al danneggiamento di auto, ai ripetuti furtarelli al lido comunale. «Con questo dibattimento – non ha mancato di annotare Villa, affiancato dai giudici a latere Giorgio Carlo Bernasconi e Brenno Martignoni Polti – si è cercato di costruire un ponte per il vostro futuro». Un domani certo condizionato da un trascorso fatto di difficili vissuti e situazioni familiari conflittuali tanto da farli cadere in un giro pericoloso di droga e violenza. La Corte ha voluto però dar loro una possibilità di riscatto, dissociandosi dalla richiesta della procuratrice Margherita Lanzillo di formulare, in parte, pene solo parzialmente sospese. I tre, dunque, non torneranno in carcere in quanto è stato ritenuto importante «iniziare da subito – ha spiegato Villa – un supporto terapeutico e un trattamento guidato ambulatoriale, tanto farmaceutico quanto psicologico». Pene, quindi, sospese con il beneficio della condizionale (da 3 anni e 6 mesi per il 22enne, oggi in cura in una struttura luganese, a 16 mesi per il 21enne, a 24 mesi per il ventenne), ma allungate nel periodo di prova (fino a 3 e 4 anni).
L’addio del giudice Bernasconi
Prima della sentenza il presidente ha annunciato l’addio, dopo oltre vent’anni, all’aula penale del giudice Giorgio Carlo Bernasconi. «Ho seguito almeno 800 processi, poco meno della metà da avvocato e il resto quale giudice», ci ha ricordato al termine del suo ultimo dibattimento. Molti i casi, anche delicati, seguiti dallo scranno più alto della Corte delle assise criminali, che hanno comportato «impegno, professionalità e competenza» come sottolineato da Villa. Solo il processo di ieri ha vergato ben 800 pagine di verbali, senza contare quelli di polizia.