Parco, istituzioni, paure e specchi
Sono spesso in montagna; ho un piede nel Locarnese (venerdì ho attraversato il Gridone, da Palagnedra a Bordei… sempre sui sentieri!) e uno in alta Mesolcina, dove avrebbe dovuto nascere il Parc Adula. Avevo seguito la votazione su quel progetto, partecipando a tutte le serate organizzate nei vari comuni, e spesso avevo sentito affermare: “Votiamo No e all’indomani iniziamo con un progetto di un parco Regionale”. La stessa storiella già raccontata dagli oppositori al parco del Locarnese qualche anno prima in valle Maggia. L’esperienza è chiara: dove passa il no, non spunta un parco Regionale! Nel progetto del Parco Adula i Municipi non erano coinvolti come nel progetto del Locarnese, dove tutti sono stati propositivi e tutti sono decisi a volerlo. Pure in Gran Consiglio, nell’autunno 2016, i crediti cantonali per i parchi erano stati accolti senza opposizioni: tutti i gran consiglieri, di tutti i partiti, avevano votato a favore. Nelle prese di posizione dei contrari quello che più mi colpisce è la mancanza di fiducia nelle autorità e nelle istituzioni, oltre alla mancanza di rispetto per chi a questo progetto ha lavorato con impegno e passione. Emblematica al proposito la vignetta, messa in prima pagina del voluminoso e anonimo materiale distribuito a tutti i fuochi, che mostra un bulldozer che distrugge il territorio, guidato dalla Presidente del progetto Pnl… una persona che non guida, si sposta usando i mezzi pubblici e si è sempre dimostrata costruttiva e affidabile. Un atto maligno che rispecchia ciò che il comitato dei contrari intende fare: disseminare paure e diffidenza, con false verità e distorsioni della realtà, e usando spesso un linguaggio che, caro Sandro, da un ex professore universitario e capo della Divisione della cultura, davvero non ci si sarebbe aspettati. Cari abitanti delle Valli, non lasciatevi intimorire, ma approfittate con coraggio delle opportunità offerte dal Parco – in prova per 10 anni – per realizzare progetti costruttivi per il futuro del vostro territorio. E soprattutto non abbiate paura di questo genere di cambiamenti, gestibili e potenzialmente positivi. Sono ben altri quelli che ci attendono e ci devono far paura, come il riscaldamento climatico in atto e le sue conseguenze.