Effetti globali sul locale
Da qualche anno i flussi d’investimento in capitale e conoscenza stanno ritornando verso una dimensione locale facendo nascere nuove attività
L’economia globalizzata rende le frontiere fisiche quasi inesistenti. Il ritmo degli affari è sempre più dettato dal paradigma digitale. Una combinazione di fattori che incidono profondamente sulle regioni e i piccoli territori. Dal 3 al 6 giugno prossimi presso il Campus di Lugano dell’Università della Svizzera italiana (Usi) si terrà la Conferenza annuale della Rsa (Regional studies association), organizzazione di accademici che si occupano di analisi delle regioni con un approccio multidisciplinare. Ne abbiamo parlato con il professor Rico Maggi, direttore dell’Ire, l’Istituto di ricerche economiche dell’Usi.
Professor Maggi, cosa si intende con il termine di ‘studi regionali?
Gli studi regionali contribuiscono allo sviluppo teorico, all’analisi empirica e al dibattito politico su questioni a livello subnazionale, incorporando sia le concezioni urbane e rurali sia le diverse concezioni dello spazio come le città-regioni e gli spazi interstiziali. L’associazione è composta da accademici, policymakers e ricercatori interessati a questioni di sviluppo e crescita economica,
concezioni del territorio e del suo governo e in problemi di equità e ingiustizia. La conferenza ospiterà circa 500 delegati provenienti da tutto il mondo, che attraverso presentazioni, dibattiti e tavole rotonde discuteranno le nuove frontiere della ricerca regionale. L’interdisciplinarità della conferenza sarà molto alta, comprendendo studi di economia, geografia, scienze politiche, pianificazione e sociologia; a questo si aggiunge la molteplicità delle metodologie dal quantitativo al qualitativo, l’uso di una ricerca comparativa ponderata e lo scambio proficuo tra mondo accademico e politico.
Il tema scelto è ‘Un mondo di flussi: mobilità del lavoro, capitale e conoscenza in un’epoca di inversione di tendenza globale e di ripresa regionale’.; in pratica il ‘risveglio territoriale delle regioni’. Perché questo tema è oggi diventato rilevante?
Numerosi studi hanno rilevato un’inversione di tendenza nei flussi degli investimenti economici: non si ragiona più soltanto in termini globali ma si adottano anche strategie a livello locale alla portata anche delle piccole e medie imprese. Tutto questo grazie ai cambiamenti tecnologici, ai cambiamenti politici e alle mutate richieste dei consumatori. Questo a sua volta comporta la nascita di nuovi modelli di attività economica a livello internazionale più attenti agli aspetti regionali.
Quali sono le implicazioni di questo processo per la Svizzera e il Ticino?
Il processo sopra descritto è sicuramente in atto sia in Svizzera, sia più in piccolo in Ticino. Le regioni infatti rappresentano una scala spaziale chiave per esaminare la natura e gli impatti dei cambiamenti economici, sociali, ambientali e dell’innovazione. Come si può ben notare anche il Ticino affronta le questioni legate alla digitalizzazione (con il dibattito legato ai temi dell’Industria 4.0), al cambiamento delle qualifiche della forza lavoro (con il progressivo aumento del livello di formazione della manodopera impiegata), nonché ai flussi di capitale e persone.