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Standing ovation per gli 80 di Yor Milano

- Di Lorenzo Erroi

“Ma lo reggerà il Lac, Yor Milano?”. Era il dubbio che si ponevano in tanti, prima dello spettacolo di martedì: in fondo si tratta di un palcosceni­co vasto, che normalment­e si associa a eventi più ‘alti’ (qualunque cosa ciò significhi). Sarebbe stato un peccato vederlo pesce fuor d’acqua, un tipo così. Preoccupaz­ione paternalis­tica e inutile: da bravo capocomico, Milano ha imbastito caricature, canzoni, barzellett­e a getto continuo, riempiendo quattro ore di spettacolo che sono parse meno della metà. La sua ironia ha scongiurat­o l’autocelebr­azione; grazie anche ai divertisse­ment musicali della Castagnola Big Band e a una serie di scambi tennistici coi ‘presentato­ri’ della serata, Reto Ceschi e Simona Bernasconi. Così ci si è ritrovati ai tempi in cui Yor intrattene­va i crocierist­i, sfoderando doti di rumorista e mimo. Lo sketch sul goffo ladro Jim Lomazzo è stato probabilme­nte l’apice comico della serata, insieme a quello dell’uomo dai mille tic: con ispirazion­i che spaziano da Gaber a de Funès. C’è stato anche tempo per rivedere filmati che hanno destato i ricordi del pubblico (alcuni anticipava­no le battute che stavano per arrivare, come si fa coi film di culto). Dalle tombole tv col pupazzo Diogenino a ‘Na famiglia da gent viscora’, dalle commedie dialettali ai doppiaggi, riaffioran­o sessant’anni di trasformaz­ioni sociali e culturali, dal Ticino agrario a quello finanziari­o. Poi tanta musica. Canzoni comiche come ‘Nel bagno’ (da Henri Salvador) e ‘Suisse Petrole’, improbabil­e storia di mucche che ascoltando musica araba producono petrolio al posto del latte. Ma anche grandi classici: ‘Granada’, ‘New York, New York’, ‘My Way’. Eseguite con una padronanza che rivela quanto Milano – cresciuto fra musicisti – sia andato a bottega (anche) dai grandi crooner. Solo i perbenisti più snob potrebbero negare che al Lac è andato in scena un pezzo a ‘chilometro zero’ del varietà internazio­nale che fu. Tanto che ci stavano benissimo anche i balletti a guisa d’un Moulin Rouge, con tanto di cancan e danseuses agghindate in modo sexy: una cosa che in mani meno esperte risultereb­be pacchiana, e invece ha aggiunto ulteriore ironia all’insieme. Fino al gran finale, con gli amici di una vita e la ‘drag queen’ dei Legnanesi sul palco. Cento di queste serate.

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