L’addio di Zidane: ‘Bisogna sapersi fermare’
Il tecnico francese lascia il club spagnolo, dopo 9 trofei in due anni e mezzo
Non è trascorsa nemmeno una settimana dalla vittoria nella finale di Champions contro il Liverpool e mentre tutti si stavano chiedendo quale sarebbe stato il futuro di Ronaldo, ieri come un fulmine a ciel sereno è arrivata la notizia dell’abbandono di Zidane. Il tecnico che ha portato le ‘merengues’ a tre titoli europei in tre anni, ha annunciato in conferenza stampa di aver deciso di lasciare il club. Il francese (45 anni) era alla guida del Real dal gennaio del 2016, quando aveva preso il posto di Rafael Benitez... «Questo è il momento gusto per lasciare», ha esordito. «Voglio precisare subito che non sono alla ricerca di un’altra squadra – ha proseguito, spiegando di aver percepito nei giocatori la necessità di un cambiamento –. Sono molti i motivi che mi hanno indotto a questa decisione. A volte occorre essere capaci di fermarsi. Penso sia il momento giusto per tutti, per me, per la squadra, per il club. Questa squadra deve continuare a vincere e ha bisogno di un cambiamento. Dopo tre anni necessita di altri discorsi e nuove metodologie di lavoro». A dodici anni dall’ingloriosa uscita di scena da giocatore (chi non ricorda la testata a Materazzi nella finale dei Mondiali 2006?), Zidane ha deciso di chiudere il primo capitolo della seconda carriera all’apice della sua fama. Due anni e mezzo dopo essere stato scelto – tra lo scetticismo generale – per sostituire Benitez, Zidane ha vinto tutto, ad eccezione della Copa del Rey. Oltre alla Liga vinta nel 2017, “Zizou” ha fatto sue tutte le finali alle quali ha preso parte: Champions League 2016, 2017, 2018, Supercoppa europea 2016, 2017, Mondiale per club 2107, 2018, Supercoppa di Spagna 2017... Uno Zidane contrattualmente libero (il suo contratto con il Real sarebbe scaduto nel 2020) ha subito destato l’interesse del presidente della federazione francese Noël Graët. Alla testa dei “galletti” dovrebbe restarci almeno fino al 2020 Didier Deschamps, ma in caso di smacco ai Mondiali in Russia la posizione dell’attuale selezionatore diventerebbe piuttosto fragile, mentre si rafforzerebbe quella del suo vecchio compagno di Nazionale.