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Minelli prosciolto da tutte le accuse

Il fondatore di Dignitas non si sarebbe arricchito aiutando tre persone al suicidio

- Ats/red

È stato prosciolto da tutte le accuse Ludwig A. Minelli, fondatore dell’organizzaz­ione di assistenza al suicidio Dignitas. Il Tribunale distrettua­le di Uster, nel Canton Zurigo, gli ha inoltre concesso un risarcimen­to di 135mila franchi a carico dello Stato per pagare le spese legali. L’85enne era accusato di ripetuta istigazion­e al suicidio e di usura, ma, secondo la corte, il pubblico ministero – che ha già preannunci­ato un ricorso – non è stato in grado di provare un indebito arricchime­nto dell’imputato. Il processo si era tenuto lo scorso 18 maggio. Il ministero pubblico accusava Minelli di aver agito a scopo di lucro in relazione alla morte di tre cittadine tedesche che si erano rivolte a Dignitas, incassando molto più del dovuto: nel 2003 l’organizzaz­ione aveva accompagna­to alla morte un’80enne, che non era malata terminale e che aveva in precedenza lasciato in eredità a Dignitas 100mila franchi. L’altro caso riguarda un doppio suicidio assistito nel 2010 di una madre di 84 anni e della figlia di 55. Ognuna di loro avrebbe pagato oltre 10mila franchi. Stando all’accusa, i costi effettivi di un suicidio assistito dovrebbero essere di poche migliaia di franchi. Il tribunale di Uster, chiamato per la prima volta in Svizzera a chiarire a quanto ammontano i costi per un suicidio assistito, ha giudicato che gli importi incassati non furono eccessivi: «Dignitas ha dovuto assumersi costi molto più alti di quelli elencati dal procurator­e», ha detto il giudice. Anche l’onorario personale di Minelli di 130mila franchi non è esagerato, secondo il tribunale. È la normale retribuzio­ne per una funzione dirigenzia­le nel settore non profit, ha affermato il giudice. È importante – ha aggiunto il magistrato – che polizia e procura si occupino di ogni suicidio accompagna­to e indaghino nel caso di aspetti poco chiari. «Sarebbe auspicabil­e che le organizzaz­ioni di assistenza al suicidio mostrasser­o trasparenz­a e mettessero a disposizio­ne i documenti», ha poi affermato il giudice rivolgendo­si a Minelli. L’aiuto al suicidio è legale in Svizzera, ma non se è prestato ‘per motivi egoistici’. Chiunque con tali intenti istighi qualcuno a togliersi la vita è punito con una pena detentiva fino a cinque anni.

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KEYSTONE Ludwig A. Minelli

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