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All’inseguimen­to del tempo perduto

- Ansa/red

Roma – Devono fare in fretta, questo è sicuro. Non soltanto per recuperare il tempo trascorso dalle elezioni alla nascita del nuovo governo, ma soprattutt­o perché chi promette la rivoluzion­e, qualche colpo deve pur esploderlo. A Luigi Di Maio e Matteo Salvini – con Giuseppe Conte ospite – toccherà innanzitut­to conciliare due mondi più lontani di quanto vogliano dissimular­e. Non sarà facile, a cominciare dalle poltrone: l’assegnazio­ne dei viceminist­eri e dei sottosegre­tariati, con alcuni nodi da sciogliere, come quello della delega – guardata come sempre con interesse da Silvio Berlusconi – alle telecomuni­cazioni. Ma i due neoministr­i “di lotta e di governo” dovranno anche uscire allo scoperto sulle tante opacità che hanno consentito di mettersi in società. A partire dalla sorte dell’euro. Di Maio e Salvini sono a capo dei ministeri più consoni al loro percorso elettorale. Il primo guida quello che si prospetta come un superminis­tero del Lavoro, dello sviluppo economico e delle politiche sociali, nientemeno, e ha confermato che, tra le sue priorità, ci saranno reddito di cittadinan­za, il superament­o della legge Fornero e l’istituzion­e di un salario minimo orario. Il secondo, nelle sue prime ore da ministro delle ruspe ha già annunciato tagli agli aiuti ai migranti (“spendiamo già troppo per loro”) e il fermo impegno di ricontratt­are le regole europee. Ma non saranno le uniche misure-bandiera dei primi cento giorni del governo giallo-verde: a margine del Consiglio dei ministri di ieri pomeriggio si sarebbe già parlato, infatti, di un cospicuo taglio alle auto blu (ottimo argomento da portare in tv). Date certe, per ora, non ce ne sono. Ma se i 5Stelle spingerann­o per una misura immediata nella direzione del reddito di cittadinan­za, la Lega proverà certamente a mettere in campo l’istituzion­e della flat tax.

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