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‘Basta con la Sicilia campo profughi d’Europa. La Tunisia esporta galeotti’

- Di Michele Esposito, Ansa

Pozzallo – Linea dura sui migranti, con all’orizzonte una battaglia in Europa. Matteo Salvini, da ministro dell’Interno, non cede su uno dei dossier che lo hanno trainato al governo, quello sui migranti. Alla sua seconda uscita da ministro sceglie la Sicilia e cambia la sua agenda per fare visita all’hotspot di Pozzallo, tappa simbolo degli sbarchi in Italia. Lo slogan è netto: “Basta con la Sicilia campo profughi d’Europa”. È proprio in chiave europea che la linea Salvini è destinata ad avere i primi effetti. “L’Italia dirà no alla riforma del regolament­o di Dublino”, annuncia il titolare del Viminale facendo riferiment­o al mantenimen­to della regola secondo cui è il primo paese d’approdo a ricevere le domande di asilo di chi sbarca. “Vogliono condannare i Paesi del Mediterran­eo a tenersi migliaia di migranti per altri dieci anni”, attacca mettendo sul piatto del negoziato i “6 miliardi che diamo all’Ue ogni anno”. Il ministro appare freddo anche sulle parole della cancellier­a Angela Merkel, ieri al quotidiano Fas. “Sicurezza delle frontiere e asilo sono temi esistenzia­li dell’Ue, l’Italia si è sentita lasciata sola”, è la mano tesa di Merkel. “Aspettiamo che lei e Macron passino ai fatti”, si limita a rispondere Salvini nel cortile dell’hotspot di Pozzallo. E da lì, con alle spalle la scritta ‘Benvenuti’ in cinque lingue diverse, Salvini sembra sposare la tesi del pm Carmelo Zuccaro sulle Ong (“l’immigrazio­ne è un business per molti”) e abbozza il suo programma: “Più centri di espulsione, centri di trattenime­nto e investire parte dei soldi che risparmier­emo nel mantenere i migranti negli alberghi per fare accordi nei Paesi di origine”. Non sarà facile, anche perché i toni di Salvini sono ugualmente duri con l’Africa anche se il leader della Lega rivendica come ‘buonsenso’ la posizione del neonato governo. “La Tunisia è democratic­a, non mi risulta che ci siano guerre o carestie, ma esporta spesso e volentieri galeotti”. Un affondo, che giunge nel giorno di un tragico naufragio e che viene visto con apprension­e dal governo maghrebino. “In Italia ci sono 40mila irregolari tunisini, non abbiamo un piano preciso per far fronte a un rimpatrio di massa”, spiegano fonti di Tunisi.

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