Equilibrio e neutralità
Verso metà aprile il ministro degli esteri svizzero (Cassis), ha dichiarato che “gli aiuti dell’Agenzia dell’Onu per i rifugiati (Unrwa) ostacolano l‘integrazione dei palestinesi, che ormai da anni vivono in Giordania e Libano” (vedi laRegione del 18.5.2018) aggiungendo poi che “il sostegno che l’Unrwa fornisce sul posto mantiene in vita questa speranza…” (intendendo la speranza dei palestinesi di ritornare alla loro terra). Visto che questi campi ospitano circa 5 milioni di rifugiati e si trovano in paesi che hanno già gravissimi problemi come appunto Giordania, Libano e addirittura Siria, la dichiarazione suona come un vergognoso inchino al governo israeliano, a Trump e al pensiero di tutta la destra mondiale (che, come sappiamo, è stata sempre molto sensibile… massacrando gli ebrei). Questi personaggi si sentono in diritto-dovere di togliere anche la speranza ad un popolo cacciato a fucilate dal proprio Paese. La Svizzera si è poi rifiutata di sottoscrivere una risoluzione del Consiglio per i diritti umani dell’Onu che condanna “l’uso sproporzionato e indiscriminato della forza da parte delle forze di occupazione israeliane contro i civili palestinesi”(più di 60 morti e quasi 3000 feriti da fucilate!). Per i nostri rappresentanti la risoluzione era poco equilibrata e non in sintonia con la neutralità Svizzera. Certo che Cassis è stato equilibrato e neutrale (anche con la sua pomposa presenza all’Associazione Svizzera-Israele) mentre il governo israeliano fa sparare sui civili. Il Consiglio Nazionale ha appena approvato una mozione che chiede giustamente un cessate il fuoco in Siria, dopo tragedie che “durano ormai da 7 anni”. Peccato ignorino una tragedia che dura da 70 anni! Gesù, nato da quelle parti, parlava di sepolcri imbiancati...