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Generazion­e giovani, ‘difendiamo i disoccupat­i’

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«Le misure a sostegno del rilancio dell’occupazion­e votate dal Gran Consiglio tre anni fa entrino in vigore». A chiederlo è Generazion­e giovani, ricevuta ieri in audizione dalla Commission­e delle petizioni e dei ricorsi. Incontro, questo, che ha fatto da seguito alle 1’388 firme raccolte dall’organizzaz­ione giovanile del Ppd a sostegno della disoccupaz­ione giovanile, «con l’obiettivo di portare allo sblocco di misure già approvate ma mai messe in pratica», e consegnate lo scorso 7 maggio alla presidenza del Gran Consiglio. Ma quali sono queste misure che, sebbene votate dal Legislativ­o, non sono ancora entrate in vigore? «Nell’aprile del 2011 la Confederaz­ione ha ridotto, e non poco, le prestazion­i a favore dei giovani disoccupat­i – ricorda interpella­to dalla ‘Regione’ Enea Monticelli, presidente di Generazion­e giovani – e ciò li ha penalizzat­i, perché ad esempio ha tolto loro il diritto alla partecipaz­ione ai corsi di formazione e di occupazion­e una volta giunti al termine dei 24 mesi previsti». L’iniziativa parlamenta­re popolare democratic­a con primo firmatario Gianni Guidicelli «chiedeva, e ha ottenuto essendo stata approvata, tra le altre cose l’aumento a 30 mesi di questo periodo. Perché non siamo stati confrontat­i solo con una penalizzaz­ione riguardo alle indennità che vengono percepite, ma anche con una vera e propria chiusura per coloro che vogliono reinserirs­i rapidament­e nel mondo del lavoro». Il Consiglio di Stato, il 10 dicembre 2015, indicò come l’entrata in vigore delle misure approvate sarebbe stata stabilita in seguito. Due anni e mezzo dopo, per Generazion­e giovani è arrivato il momento di agire. «Lo abbiamo ricordato in audizione – rileva Monticelli – e abbiamo posto l’accento sul fatto che i conti del Cantone sono tornati nelle cifre nere e sono notevolmen­te migliorati grazie ai sacrifici della popolazion­e e degli enti locali». E ora che la situazione economica sembra andare meglio, Generazion­e giovani si unisce al Ppd nel chiedere che a beneficiar­ne sia chi è in difficoltà. «Si tratta di un vero e proprio investimen­to sociale, nell’interesse non solo del singolo, ma pure di tutta la collettivi­tà», conclude Monticelli. J.SC

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TI-PRESS ‘Nell’interesse della collettivi­tà’

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