Palestina, la linea politica non è mutata
Nessun cambiamento nella politica svizzera che riguarda il Vicino Oriente. Dopo le recenti dichiarazioni del consigliere federale Ignazio Cassis sull’agenzia dell’Onu per l’aiuto ai rifugiati palestinesi (Unrwa), ieri il governo – in una risposta scritta a diverse domande di consiglieri nazionali – ha ribadito il suo appoggio a una soluzione a due Stati. E ha inoltre precisato che la Svizzera intende partecipare al processo di riforma dell’Unrwa. Le risposte dell’esecutivo non hanno però tranquillizzato il consigliere nazionale Carlo Sommaruga (Ps/Ge), che si dice «preoccupato». Alla metà di maggio, il ‘ministro’ degli Esteri ticinese, in un’intervista pubblicata da vari media svizzerotedeschi, ha dichiarato che l’Unrwa alimenta la speranza dei profughi di un ritorno alle loro terre, ostacolando così la risoluzione del conflitto in Vicino Oriente. «Cassis non ha ancora vestito i panni del consigliere federale – afferma il deputato socialista alla ‘Regione’ –. Spero che in altri ambiti non agirà allo stesso modo, ovvero al di fuori dalla tradizione della politica estera elvetica». Per Sommaruga, il problema delle dichiarazioni di Cassis consiste nel fatto «che hanno messo in discussione la posizione della Svizzera nei confronti dell’Onu e di Paesi terzi». Secondo il consigliere nazionale ginevrino «la forza della Confederazione risiede nel rispetto del diritto internazionale e delle risoluzioni Onu. Solo grazie a questi possiamo difendere i nostri interessi sulla scena internazionale». Cassis ieri non ha nemmeno dovuto rispondere in aula davanti ai consiglieri nazionali. Le domande a lui rivolte si trovavano nella parte bassa della lista. E al termine dell’ora dedicata alle domande, è mancato il tempo per una risposta orale da parte sua. Nella sua risposta scritta, il Consiglio federale ha indicato che la priorità della politica svizzera per il Vicino Oriente, resta una pace duratura. Il conflitto deve essere risolto tenendo conto della problematica dei rifugiati palestinesi. Inoltre il governo ha sottolineato che gli insediamenti israeliani sono illegali e violano i diritti umani. L’esecutivo ha inoltre ricordato che la Svizzera è uno dei maggiori finanziatori dell’Unrwa (tra i 21 e i 27 milioni all’anno). Quale contribuente tra i più importanti di questa agenzia, la Confederazione intende quindi partecipare attivamente al processo di riforma dell’Unrwa e portare le proprie riflessioni sul futuro di questa organizzazione.
Ignazio Cassis Dopo le critiche del ‘ministro’ degli Esteri all’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi, il Consiglio federale ha risposto a diverse domande ieri al Nazionale. Carlo Sommaruga resta comunque ‘preoccupato’.