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Decine di morti per l’eruzione in Guatemala

- Ansa/red

Città del Guatemala – Improvvisa e devastante, una sorta di Pompei centroamer­icana: il Volcan de Fuego, attivo nel sudovest del Guatemala, è esploso nella sua eruzione più violenta in oltre 40 anni, seppellend­o sotto ceneri e lava interi paesi nei suoi dintorni e causando la morte di almeno 50 persone. Ma i soccorrito­ri sono ancora al lavoro e si teme che il bilancio finale sia molto più grave. Tutto è iniziato alle 11 del mattino di domenica (le 19 in Svizzera), quando il livello di attività del vulcano è aumentato in modo drammatico, con una colonna di ceneri che ha raggiunto i 10mila metri. Un’ora dopo è iniziata l’eruzione vera e propria, e due ore dopo il flusso piroclasti­co ha superato gli argini della cosiddetta Barranca Grande, che incanalava la colata lavica. Con temperatur­e fra i 900 e 1’200 gradi, la colata ha letteralme­nte sepolto alcuni piccoli paesi annidati sui fianchi del Volcan de Fuego, mentre le ceneri prodotte dall’eruzione hanno raggiunto un perimetro di 20 chilometri intorno al vulcano, obbligando le autorità a chiudere l’aeroporto di Città del Guatemala. Alle 7.30 del mattino di ieri (le 15.30 in Svizzera) il Coordiname­nto Nazionale per la Riduzione dei Disastri (Conared) ha dichiarato che l’eruzione del vulcano – la più violenta dal 1974 – si era conclusa, segnalando però che si mantiene un monitoragg­io costante della situazione, che registra “da cinque a sette esplosioni deboli, moderate ma anche forti” ogni ora. Secondo il bilancio ufficiale diffuso dal Conared, i morti accertati fino a sera erano 33, ai quali bisogna aggiungere 46 feriti, 3’265 evacuati e 1’689 persone accolte nei rifugi, ma i media locali parlano già di oltre 50 vittime e temono il peggio. Fonti dei pompieri indicano che nella piccola località di San Miguel de los Lotos, sepolta dalle ceneri e dalla lava, sarebbero stati ritrovati altri 29 corpi. Il presidente guatemalte­co Jimmy Morales ha decretato lo stato di calamità naturale per i tre dipartimen­ti che circondand­o il Volcan de Fuego.

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KEYSTONE In fuga

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