La pensione non basta più
Uss e Travail.Suisse chiedono di estendere il secondo pilastro ai redditi bassi Il contesto previdenziale si è deteriorato nonostante il miglioramento del rendimento medio dei capitali
Anche alle persone a basso e medio reddito dev’essere garantito, una volta in pensione, un livello di vita vicino a quello precedente, come vuole la Costituzione: è quanto chiedono Unione sindacale svizzera (Uss) e Travail.Suisse. Nonostante l’aumento degli stipendi e la crescita economica, e sebbene negli ultimi cinque anni le casse pensione abbiano generato un rendimento medio del 5%, le rendite medie del secondo pilastro per i neopensionati da alcuni anni diminuiscono, hanno rilevato in una conferenza stampa a Berna le due confederazioni sindacali. L’Uss e Travail.Suisse hanno analizzato la situazione del secondo pilastro in Svizzera. “Il contesto si è ancora particolarmente deteriorato” dal 2012, ha sottolineato Paul Rechsteiner presidente dell’Uss, aggiungendo che le previsioni per il futuro “sono ancora peggiori”. Cinque anni fa un reddito di 80mila franchi assicurava una copertura all’80% per le rendite Avs e del secondo pilastro. “L’anno scorso è scesa al 71%”, ha detto allarmato Rechsteiner, ricordando che le rendite devono permettere di “mantenere in modo appropriato il livello di vita precedente al pensionamento”, secondo il mandato costituzionale. La situazione attuale delle rendite non lo permette più: secondo Rechsteiner coloro che guadagnano meno di 84mila franchi l’anno – ossia i due terzi dei lavoratori – devono calcolare che saranno costretti a stringere la cinghia una volta finito di lavorare. Particolarmente preoccupante – secondo il consigliere agli Stati sangallese – appare l’insufficiente copertura assicurativa delle persone attive a tempo parziale. A essere soprattutto penalizzate sono le donne, il 60% delle quali non lavora a tempo pieno. Per spiegare questo declino i sindacati parlano di un problema di performance del secondo pilastro e questo malgrado un rendimento medio del 5% delle casse pensione. L’Unione svizzera degli imprenditori sottolinea da parte sua l’efficacia della Legge federale sulla previdenza professionale (Lpp), che è un sistema “esemplare”, secondo un comunicato dell’organizzazione. Travail.Suisse e l’Uss chiedono anche di limitare il flusso di denaro che esce dal secondo pilastro verso gli assicuratori vita che propongono soluzioni di cassa pensione. Nel 2000, un capitale di previdenza di 100mila franchi dava ancora diritto a una rendita di cassa pensione di 7’200 franchi l’anno. Oggi sono soltanto 5’870 franchi all’anno, puntualizzano l’Uss e Travail.Suisse. I partner sociali analizzano i vantaggi del secondo pilastro su richiesta del presidente della Confederazione Alain Berset. Dopo la bocciatura del progetto Previdenza vecchiaia 2020, respinto con il 52,7% dei voti lo scorso settembre, il Consiglio federale prevede due proposte distinte sull’Avs e sulla previdenza professionale per la nuova riforma. All’inizio di aprile l’Uss e Travail.Suisse come anche l’Unione svizzera delle arti e mestieri (Usam) e l’Unione svizzera degli imprenditori si sono messi al lavoro per trovare delle soluzioni.