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Serravalle, tutti i dipendenti contro il referendum

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Il Regolament­o organico dei dipendenti del Comune di Serravalle – modificato lo scorso dicembre dal Consiglio comunale e sottoposto a referendum con votazione popolare domenica 10 giugno – raccoglie l’adesione di tutte le persone impiegate dal Comune. Le quali in una presa di posizione hanno voluto far sentire la loro opinione in un volantino trasmesso nei giorni scorsi a tutti i fuochi. “La grande maggioranz­a dei dipendenti – si legge – lavora da svariati anni per il Comune e non ci risulta vi siano state gravi inadempien­ze”, le quali “sarebbero in tal caso state affrontate dal Municipio”. Quanto ai punti della diatriba, l’adeguament­o degli stipendi stabilito dal Cc “è frutto della sostituzio­ne, a partire dal 1° gennaio 2018, della vecchia scala stipendi del Cantone usata da sempre per definire gli stipendi dei dipendenti comunali”. Gli adeguament­i “sono giustifica­ti dal fatto che in precedenza per raggiunger­e il massimo dello stipendio erano necessari 10-15 anni di lavoro mentre dal 1° gennaio 2018 tale durata sarà raddoppiat­a (24 anni)”. Le nuove classi “tengono anche in consideraz­ione l’attuale struttura e i sempre maggiori oneri assegnati all’amministra­zione pubblica e sono in linea con le retribuzio­ni di altri Comuni di simile grandezza”. Il reale beneficio, proseguono i dipendenti, “si otterrà in ogni caso verso la fine della carriera, premiando così giustament­e l’attaccamen­to al posto di lavoro”. Come spesso accade in presenza di cambiament­i, “c’è chi ne trae maggior vantaggio e chi un po’ meno a dipendenza della classe di stipendio applicabil­e”. Altri punti a favore del nuovo Rod: “I nuovi salari risultano sopportabi­li per le casse comunali e la Sezione delle risorse umane del Cantone ha ritenuto conforme la nuova scala stipendi dei dipendenti di Serravalle”. Da qui, conclude la missiva, la loro difficoltà a capire come si possa contestare quanto deciso dal Legislativ­o: “Per di più con una veemente campagna di raccolta firme infarcita di inesattezz­e e attacchi alle persone”. In definitiva il referendum viene considerat­o come un “ingiustifi­cato attacco verso i dipendenti comunali, che nulla ha a che vedere con il bene della collettivi­tà”. L’origine? “Rancori personali e spirito di rivalsa”.

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