La Commissione delle petizioni sul caso Bewar: ‘Le autorità federali valutino con umanità’
La Commissione delle petizioni e dei ricorsi ha sottoscritto ieri a maggioranza il rapporto di Giorgio Fonio e Tatiana Lurati Grassi sulla petizione del 13 marzo 2018, firmata da 4’644 persone, contro il rimpatrio del cittadino curdo iracheno Omar Bewar, residente a Bellinzona. Il Gran Consiglio voterà sul rapporto nella prossima sessione. La Commissione, entrando nel merito della petizione, auspica che il caso venga esaminato dalle autorità federali competenti “prestando la dovuta attenzione al percorso di integrazione professionale e personale e all’aspetto umano, nonché alla situazione attuale nel suo Paese d’origine”. Attualmente è pendente un ricorso al Tribunale amministrativo federale (Taf) contro un ordine di allontanamento di Bewar verso il suo Paese di origine, e gli è stato imposto di interrompere l’attività lavorativa svolta per anni in un salone di parrucchiere a Bellinzona. La Commissione ritiene che quello di Bewar sia un caso esemplare di integrazione, dal profilo economico e sociale, “che dovrebbe fungere da esempio per la popolazione straniera residente nel Cantone”. “La Commissione – si legge nel rapporto – non può che aderire totalmente alla posizione del Consiglio di Stato, che nel dicembre 2015 ha riconosciuto a Bewar il rilascio di un permesso di dimora, secondo la clausola di rigore prevista dall’articolo 14 della Legge federale sull’asilo, poiché costituente un caso personale particolarmente grave di rigore”, permesso poi rifiutato dalle autorità federali (Segreteria di Stato della migrazione e Taf).