Parco, un piano di compromessi
L’Ente traccia il bilancio del primo anno preparatorio: ‘Molto da fare considerando i vari interessi in gioco’
Finita la fase preparatoria, parte quella operativa: individuati gli obiettivi, si tratta di approntare il metodo per coinvolgere i vari attori
L’obiettivo dichiarato è portare nel Parco del Piano di Magadino – realtà territoriale dentro e attorno alla quale vivono e si spostano 120mila persone – maggiore qualità alle tre componenti che lo caratterizzano: agricoltura, natura e svago. Un esercizio voluto dalle autorità con l’adozione dell’apposito Piano di utilizzazione cantonale (Puc) che traccia obiettivi e mezzi per arrivarci. Quanto al metodo, il vertice dell’Ente Parco composto da Direzione (attiva dal prossimo 1° luglio), Comitato e Consiglio di fondazione (ratificati nel maggio 2017) dovrà agire con determinazione ma optando per il dialogo fra le parti. Un esercizio affatto facile. «Soluzioni di compromesso» è il principio più volte enunciato dal presidente Giacomo Zanini durante la conferenza stampa convocata ieri alla Cantina Ramelli di Gudo per tracciare con i colleghi di comitato Ulrico Feitknecht (vice), Giovanni Monotti e Francesco Maggi il bilancio dei primi 12 mesi di attività. Compromesso... L’ente infatti cammina sulle uova: lo si era capito sin dalla fase di consultazione, alcuni anni fa, che gli interessi in gioco sono molti e variegati e che trovare il terreno d’intesa, anche solo per separare la crescente viabilità ciclabile da quella contadina incanalando i rispettivi flussi, sarà un esercizio di equilibrismo. «Abbiamo
preparato il terreno per poter partire ora con l’operatività della Direzione insediata nel Centro civico di Gudo», ha spiegato Zanini. I primi contatti con enti e associazioni sono stati nel frattempo presi, anche alcune azioni sono state avviate, ad esempio per risanare biotopi e rinaturare un’area usata dal Cantone come deposito del verde; pure individuata la possibilità di collaborare con i progetti di bike sharing avviati dalle Città di Bellinzona e Locarno.
Centro compostaggio
A proposito di Puc, il primo siluro giunge da Robert Aerni, presidente dell’Unione contadini: «Appena varato con tutti i crismi di protezione del territorio, e già il Cantone lo vuole modificare spostando nel comprensorio del Parco del Piano, in territorio di Locarno a Gerre di Sotto, il contestato centro di compostaggio» all’origine delle puzze che da anni infastidiscono i gordolesi. «Finora – ha subito replicato Zanini – il solo a volerlo nel Parco è il Cantone, non l’Ente Parco e nemmeno la Città di Locarno», il cui Consiglio comunale a suo tempo aveva rigettato il progetto municipale. La prossima parola, ultimata l’attuale fase di pubblicazione, spetterà al Gran Consiglio. Da notare peraltro che a Cadenazzo una struttura simile, diretta concorrente della Compodino, ha potuto insediarsi sul Piano poiché inserita in zona industriale e non in zona verde.