Stazioni di servizio, Unia chiede un salario dignitoso anche in Ticino
Un salario minimo dignitoso per i dipendenti delle stazioni di servizio “anche in Ticino come in tutta la Svizzera”. Questa la rivendicazione del sindacato Unia, che ieri a Berna ha voluto sensibilizzare i parlamentari federali distribuendo volantini e incontrando la deputazione ticinese alle Camere. «Siamo andati a Berna per denunciare che i salari minimi previsti nel Contratto collettivo di lavoro (Ccl) per le stazioni di servizio non sono obbligatori in Ticino», spiega Giangiorgio Gargantini, responsabile del settore terziario di Unia Ticino e Moesa. «Questo perché il Consiglio federale ha stimato, a torto, che 3’600 franchi sia un salario troppo alto per la realtà ticinese». Lo scorso dicembre il governo aveva infatti accolto un ricorso dell’Associazione ticinese stazioni di servizio che contestava la parte del Ccl nazionale – in vigore dal 1° febbraio e che prevede un miglioramento generale delle condizioni di lavoro nel settore – che riguardava proprio i salari minimi. «Nel frattempo abbiamo lanciato una petizione, firmata da circa un centinaio di lavoratori e lavoratrici, che mira a far entrare in vigore questi salari in maniera progressiva nei prossimi tre anni», sottolinea Gargantini. «Il mese scorso abbiamo ricevuto il sostegno del Consiglio di Stato e oggi [ieri, ndr] siamo andati a chiedere lo stesso tipo di sostegno alla deputazione ticinese a Berna. È stata anche l’occasione per parlare con altri deputati, visto che pochi a Berna conoscevano questa questione». Ma come verrà applicato il Ccl in Ticino? «Noi abbiamo ribadito la necessità di aiutare anche i partner sociali per riuscire ad applicare questo contratto – dice Gargantini –. Tutti i datori di lavoro ticinesi sono però usciti dall’associazione padronale nazionale per contestare il Ccl. Tra questi c’è anche il gruppo di cui fa parte Rocco Cattaneo. Oggi abbiamo quindi chiesto alla deputazione ticinese di sostenere l’associazione padronale nazionale, affinché possa poi vegliare sull’applicazione del contratto». Da noi raggiunto il consigliere nazionale liberale radicale Rocco Cattaneo ha affermato che la sua azienda è conforme con il Ccl nazionale che è anche stato approvato dalla Seco.