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In Iran sempre più uranio ‘arricchito’

L’ayatollah Khamenei annuncia nuove centrifugh­e dopo il ritiro degli Usa dall’accordo sul nucleare

- Di Claudio Accogli (Ansa)

Teheran – L’Iran avverte la comunità internazio­nale. annunciand­o l’avvio delle procedure per aumentare la capacità di arricchime­nto dell’uranio: nell’impianto nucleare di Natanz sorgeranno “centrifugh­e avanzate”. Misure che “a una prima analisi, non costituisc­ono una violazione dell’accordo sul nucleare”, ha detto Maja Kocijancic, portavoce della diplomazia Ue. Non la pensa così Israele. “Non siamo sorpresi e non permettere­mo all’Iran di avere armi nucleari”, ha ammonito il premier Benjamin Netanyahu commentand­o l’annuncio di Teheran: “Due giorni fa l’ayatollah Ali Khamenei ha detto che intende distrugger­e Israele. Ieri ha chiarito come vuole raggiunger­e questo obiettivo: con l’arricchime­nto illimitato dell’uranio per creare un arsenale nucleare”. Il suo ministro dell’Intelligen­ce, Israel Katz, ha evocato “una coalizione militare” composta dalle potenze occidental­i e dagli alleati arabi se Teheran dovesse aumentare l’uranio arricchito in maniera “incontroll­ata”. Lunedì, la Guida suprema iraniana ha ordinato all’Agenzia atomica del Paese di preparare il terreno per raggiunger­e 190mila Swu (Unità di lavoro di separazion­e) di arricchime­nto di uranio il più presto possibile. “Stando alle dichiarazi­oni di alcuni Stati europei, sembra che si aspettino che da una parte l’Iran sopporti le sanzioni e dall’altra fermi le sue attività nucleari continuand­o con le restrizion­i attuali”, ha affermato Khamenei. “Io dico che i loro sogni non si avvererann­o”. Ora si è passati dalle parole ai fatti. “Saremo pronti in settimane o mesi”, ha detto il capo dell’Agenzia atomica di Teheran, Ali Akbar Salehi, riferendos­i all’obiettivo delle 190mila Swu, e sottolinea­ndo che saranno rispettati i parametri dell’accordo internazio­nale siglato nel 2015. Il Paese “era pronto” a tutte le eventualit­à, anche quella che i firmatari potessero violare l’intesa: “La Guida suprema ci aveva avvertito che non ci saremmo potuti fidare dei partner, e abbiamo capito che non dovevamo bruciare i ponti del passato”, ha continuato Salehi, sottolinea­ndo che nell’impianto di Natanz “è stata creata una vasta infrastrut­tura”. Teheran ribadisce poi che non è disponibil­e a rinegoziar­e l’intesa, né a mettere sul tavolo il programma missilisti­co, l’influenza sulla regione, né tantomeno a rispettare gli impegni in caso di nuove sanzioni. Secondo gli osservator­i Teheran tenta di sparigliar­e il tavolo dell’accordo, divenuto carta straccia per gli Usa di Donald Trump, e rompere lo stallo nel dialogo con gli altri partner rimasti. L’intesa consente all’Iran di arricchire l’uranio al 3,67%, ben al di sotto del 90% stimato per produrre un’arma atomica. Prima dell’accordo, Teheran arricchiva l’uranio al 20%, abbastanza per costruire una “bomba sporca”.

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