In Iran sempre più uranio ‘arricchito’
L’ayatollah Khamenei annuncia nuove centrifughe dopo il ritiro degli Usa dall’accordo sul nucleare
Teheran – L’Iran avverte la comunità internazionale. annunciando l’avvio delle procedure per aumentare la capacità di arricchimento dell’uranio: nell’impianto nucleare di Natanz sorgeranno “centrifughe avanzate”. Misure che “a una prima analisi, non costituiscono una violazione dell’accordo sul nucleare”, ha detto Maja Kocijancic, portavoce della diplomazia Ue. Non la pensa così Israele. “Non siamo sorpresi e non permetteremo all’Iran di avere armi nucleari”, ha ammonito il premier Benjamin Netanyahu commentando l’annuncio di Teheran: “Due giorni fa l’ayatollah Ali Khamenei ha detto che intende distruggere Israele. Ieri ha chiarito come vuole raggiungere questo obiettivo: con l’arricchimento illimitato dell’uranio per creare un arsenale nucleare”. Il suo ministro dell’Intelligence, Israel Katz, ha evocato “una coalizione militare” composta dalle potenze occidentali e dagli alleati arabi se Teheran dovesse aumentare l’uranio arricchito in maniera “incontrollata”. Lunedì, la Guida suprema iraniana ha ordinato all’Agenzia atomica del Paese di preparare il terreno per raggiungere 190mila Swu (Unità di lavoro di separazione) di arricchimento di uranio il più presto possibile. “Stando alle dichiarazioni di alcuni Stati europei, sembra che si aspettino che da una parte l’Iran sopporti le sanzioni e dall’altra fermi le sue attività nucleari continuando con le restrizioni attuali”, ha affermato Khamenei. “Io dico che i loro sogni non si avvereranno”. Ora si è passati dalle parole ai fatti. “Saremo pronti in settimane o mesi”, ha detto il capo dell’Agenzia atomica di Teheran, Ali Akbar Salehi, riferendosi all’obiettivo delle 190mila Swu, e sottolineando che saranno rispettati i parametri dell’accordo internazionale siglato nel 2015. Il Paese “era pronto” a tutte le eventualità, anche quella che i firmatari potessero violare l’intesa: “La Guida suprema ci aveva avvertito che non ci saremmo potuti fidare dei partner, e abbiamo capito che non dovevamo bruciare i ponti del passato”, ha continuato Salehi, sottolineando che nell’impianto di Natanz “è stata creata una vasta infrastruttura”. Teheran ribadisce poi che non è disponibile a rinegoziare l’intesa, né a mettere sul tavolo il programma missilistico, l’influenza sulla regione, né tantomeno a rispettare gli impegni in caso di nuove sanzioni. Secondo gli osservatori Teheran tenta di sparigliare il tavolo dell’accordo, divenuto carta straccia per gli Usa di Donald Trump, e rompere lo stallo nel dialogo con gli altri partner rimasti. L’intesa consente all’Iran di arricchire l’uranio al 3,67%, ben al di sotto del 90% stimato per produrre un’arma atomica. Prima dell’accordo, Teheran arricchiva l’uranio al 20%, abbastanza per costruire una “bomba sporca”.