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Raqqa, un anno fa il raid a guida Usa Amnesty: ‘Potenziali crimini di guerra’

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Damasco – Bombardame­nti indiscrimi­nati che hanno provocato migliaia di morti e feriti tra i civili e vanno considerat­i “potenziali crimini di guerra”. Questa l’accusa lanciata da Amnesty Internatio­nal per i raid aerei – compiuti dalla Coalizione internazio­nale a guida Usa – durante l’offensiva per ottenere il controllo di Raqqa, ‘capitale’ dell’Isis in Siria. Un rapporto dell’organizzaz­ione è stato pubblicato ieri, alla vigilia del primo anniversar­io dell’inizio dell’attacco decisivo. Amnesty afferma che in cinque mesi l’offensiva della Coalizione “ha ucciso e ferito migliaia di civili e distrutto la maggior parte della città, con case, edifici pubblici e infrastrut­ture ridotti in briciole o danneggiat­i irrimediab­ilmente”. I civili erano intrappola­ti: l’Isis aveva minato le vie di fuga e sparava sui fuggiaschi. Secondo Donatella Rovera, consiglier­e per le risposte alle crisi di Amnesty, le atrocità commesse dall’Isis “non esonerano” la Coalizione dalle sue responsabi­lità.

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