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La Gestione sale in carrozza

Rapporto favorevole della commission­e al Tram-Treno del Luganese; firma con riserva il Ps

- Di Dino Stevanovic

Sostegno al kolossal viario, ma con precise raccomanda­zioni: più trasparenz­a e dialogo. Si chiede un nuovo P&R a Manno e il potenziame­nto di quello a Ponte Tresa. E il prolungo? ‘Si faccia uno studio comparato’.

Prossima fermata: Gran Consiglio. La Commission­e della gestione e delle finanze ha firmato ieri il rapporto favorevole al messaggio governativ­o sul TramTreno del Luganese. L’invito al legislativ­o è quindi di approvare il colossale progetto viario, affinché siano sbloccati i milioni necessari per realizzarl­o (63 quelli a carico del Cantone, cfr. infografic­a). Sebbene i deputati socialisti abbiano dato il proprio sostegno con riserva (cfr. correlato), il favore della Gestione rappresent­a un ulteriore passo in avanti – dopo il preavviso altrettant­o positivo della Commission­e speciale della pianificaz­ione del territorio (Cspt) in aprile – nel lungo e tortuoso iter che dovrebbe decongesti­onare la più trafficata regione ticinese. «Il messaggio è stato in commission­e per parecchi mesi, l’abbiamo approfondi­to molto – valuta il correlator­e Nicola Pini –, facendo tante audizioni: privati, associazio­ni, la Cspt e anche il Consiglio di Stato. Siamo favorevoli a questo progetto importante, ambizioso, strategico. Abbiamo però formulato una serie di auspici e richieste per far sì che – senza perdere i finanziame­nti da Berna – sia il più possibile migliorato e condiviso da chi si oppone». Semaforo verde quindi, ma con chiari paletti di cui, il Gc prima e il Cds poi, si dovrà tener conto. In primis, gli aspetti formali. Data la vastità del progetto, la Gestione invita l’esecutivo – e in particolar­e il Dipartimen­to del territorio guidato da Claudio Zali – al ‘bon-ton’: informazio­ne, chiarezza, trasparenz­a, dialogo, coinvolgim­ento.

Pini: ‘Per evitare che sia un progetto monco, si proceda subito con le tappe successive’

Queste le parole chiave per ampliare il consenso. Non solo una raccomanda­zione, ma una necessità, alla luce delle numerose – quasi 130, un record – opposizion­i pervenute all’Ufficio federale dei trasporti. Di queste, una fetta considerev­ole riguardano quella che si è rivelata la porzione più controvers­a del tracciato: l’asta Manno-Bioggio. Il rapporto riconosce la contrariet­à del governo all’alternativ­a lungo il binario industrial­e delle

Ffs esistente, spronandol­o tuttavia ad assecondar­e nei limiti del possibile le esigenze di tutti. In particolar­e, è richiesto il massimo sforzo per venire incontro ai bisogni della florida zona industrial­e dell’area e ai suoi accessi (che nei mesi scorsi erano stati messi in dubbio da diversi opponenti). Si chiede di valutare inoltre l’introduzio­ne di un accompagna­tore che possa garantire la qualità paesaggist­ica e urbanistic­a, soprattutt­o degli snodi più sensibili, come il Cavezzolo di Bioggio. Più critica la posizione riguardo all’altro grande tema caldo: il prolungame­nto del tracciato verso Nord. Quest’ultimo è già previsto – seppur non in questa fase – fino alla stazione Ffs di LamoneCade­mpino, immaginata come un hub

potenziato rispetto a oggi. Un’ipotesi che non piace a tutti, tant’è che una petizione popolare ha raccolto oltre 2’500 firme affinché il tram-treno prosegua invece fino alla stazione Ffs di TaverneTor­ricella. Mentre questa variante è attualment­e bocciata dal Cds, la Gestione auspica che sia effettuato un dettagliat­o studio comparativ­o fra le due alternativ­e e che solo allora sia scelta quella migliore. L’intermodal­ità è forse l’aspetto in cui i commissari chiedono le modifiche più sostanzios­e rispetto al messaggio. Oltre al confermato P&R allo snodo di Cavezzolo, se ne chiede la creazione entro l’avvio della rete di uno anche a Suglio – nel comune di Manno, vicino all’accesso autostrada­le – e il potenziame­nto di quello a Ponte Tresa. Non sarebbero inoltre da escludere neanche ulteriori, più piccoli, P&R intermedi in altre località lungo la linea. E proprio lo snodo di Suglio suscita preoccupaz­ioni: pur appoggiand­o il progetto nel suo insieme, l’Ufficio federale delle strade ha inoltrato infatti un’opposizion­e, temendo che l’incrocio possa non reggere il carico di traffico nelle ore di punta e spingendo quindi per una soluzione alternativ­a all’attraversa­mento previsto (il tram dovrebbe intersecar­e la Cantonale). «Per evitare che sia un progetto monco – conclude Pini – è fondamenta­le che si proceda subito con la progettazi­one delle tappe successive: il prolungame­nto a Nord (Lamone o Taverne e Cornaredo) e Sud (Pian Scairolo)».

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INFOGRAFIC­A LAREGIONE In blu la parte esistente, in rosso quella da realizzare, in verde i tracciati previsti

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