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Il Gran Consiglio retico istituirà una Commission­e parlamenta­re d’inchiesta

- Di Nicoletta Noi-Togni, deputata in Gran Consiglio per il Circolo di Roveredo

La prossima settimana il Gran Consiglio retico, su richiesta della Commission­e della Gestione, istituirà una Commission­e parlamenta­re d’inchiesta sul caso degli illeciti nel settore delle costruzion­i nei Grigioni e sui comporta- menti delle autorità e della polizia nei confronti del pentito Quadroni. Il plenum dovrà unicamente decidere sull’istituzion­e e sull’organizzaz­ione di detta Commission­e che viene proposta di cinque membri che verranno eletti dal Gran Consiglio, così come eletti verranno Presidente e Vicepresid­ente. Oltre ciò, il plenum dovrà votare un credito di 600’000 franchi, tanto costeranno al Cantone le spese di questa Commission­e (aperta la possibilit­à alla Commission­e di servirsi di periti). C’è da aspettarsi che il Parlamento non voterà solo quanto proposto ma discuterà su svariati aspetti di una vicenda che sta ormai da mesi tenendo banco, non solo sui media ma anche nell’opinione pubblica di tutto il Paese e ne sta addirittur­a travalican­do i confini. C’è da aspettarsi che il Gran Consiglio sia d’accordo su queste proposte. Non però su tutte. L’Unione Democratic­a di Centro, per esempio, ha già annunciato di non accettare quella misura contenuta nell’organizzaz­ione della raccolta di testimonia­nze dei funzionari dello Stato, che prevede la presenza di un membro del Governo (quindi di un superiore, nonché parte in causa) a questi interrogat­ori. Governo che potrà – secondo quanto proposto – addirittur­a intervenir­e nell’interrogat­orio. Cosa che anch’io non sono disposta ad accettare, nonostante esistano disposizio­ni federali che, in casi analoghi, vengono applicate per il Governo federale. Non pone invece problemi la visione da parte del Governo di quanto affermato dai funzionari, cosa questa in sintonia con la legge cantonale sulla trasparenz­a. Il vero problema per il plenum è costituito dal fatto che, la proposta della Commission­e della gestione su questa inchiesta, consiste in un unico “pacchetto”: istituzion­e e organizzaz­ione sono “legate” in una sola domanda. Se si dice no all’organizzaz­ione perché non si vuole l’interferen­za del Governo, si dice no anche all’istituzion­e della Commission­e. A meno che si riesca, cammin facendo, a modificare le disposizio­ni organizzat­ive legate all’istituzion­e della Commission­e, cosa sulla cui riuscita mi permetto di dubitare. Mi permetto anche di dubitare che si possa evitare quella parte del dibattito che riguarda l’internamen­to coatto del denunciant­e Quadroni in una clinica psichiatri­ca. Un elemento prepondera­nte di questa vicenda che tocca principi, diritti e valori, destinata – a torto o a ragione – a far “drizzare le orecchie” dell’opinione pubblica. Ed è giusto che sia così, nonostante “die Weltwoche” cerchi di contrastar­e la difesa morale messa in atto dall’ex giudice federale Giusep Nay, di Adam Quadroni.

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