Rapporti Svizzera-Italia: ‘Come ripartire?’
Sono due domande dallo stesso titolo quelle avanzate dal consigliere nazionale Marco Romano (Ppd) all’attenzione del Consiglio federale: “Rapporti Svizzera-Italia: come ripartire?”. Temi che sono pure stati al centro dell’incontro di martedì sera tra la stessa Deputazione e il consigliere federale Ignazio Cassis, nell’ambito del “dialogo politico strutturato” che il capo degli Esteri ha istituito con la rappresentanza ticinese a Berna. Da alcuni mesi infatti promuove incontri regolari durante le sessioni parlamentari, sulla base di un’agenda politica che viene costantemente aggiornata. Vista la cronaca sul fronte italiano, era dunque più che probabile si parlasse proprio dei rapporti bilaterali verso sud. Tema al centro, come detto, anche dei quesiti inoltrati da Romano al governo federale, a cui sarà data risposta lunedì. “Numerosi dossier pendenti tra Svizzera e Italia sono bloccati da tempo – premette il consigliere nazionale popolare democratico –. Si tratta di questioni rilevanti per il Ticino, soprattutto in materia fiscale. L’Italia ha un nuovo governo. La roadmap sottoscritta nel 2015 è superata e comunque non rispettata da parte italiana. Come intende rilanciare il dialogo il Consiglio federale? Vi è una strategia e una priorità sui dossier? Al fine di generare nuove dinamiche non è opportuno abbandonare definitivamente il progetto di ‘nuovo’ accordo fiscale?”. Con la seconda domanda, chiede invece se il tweet di Alain Berset in cui parlava di “continuità e affidabilità” nei rapporti tra Svizzera e Italia è da ritenere un’opinione personale del presidente o del governo intero. “I rapporti languono in realtà da tempo – fa notare Romano –. Numerosi dossier sono incagliati e ai problemi non giungono soluzioni. Il Consiglio federale dispone di un documento riassuntivo che raccoglie i dossier aperti trasversalmente nei vari dipartimenti? Non è opportuna un’analisi globale per comprendere il reale stato delle relazioni bilaterali?”. Dal canto suo, il governo ticinese nella seduta di ieri è tornato a trattare il tema dei ristorni, senza prendere alcuna decisione (sul tavolo, lo ricordiamo, la richiesta di Claudio Zali di un blocco parziale del rimborso). C’è comunque tempo fino al 30 giugno.